Il fratello di Silone
Si sa che Silone, durante la sua vita, avrebbe voluto scrivere un libro sulla tragica vicenda del fratello Romolo e che non poté però realizzare il suo desiderio, forse perché non era riuscito a trovare i documenti necessari per la redazione del suo racconto. I documenti sulla tragica vicenda di Romolo sono ora custoditi presso l’Archivio centrale dello Stato di Roma ed è su di essi che si basa la ricostruzione dei fatti che portarono alla sua morte, dovuta alla dura repressione del regime fascista.
Si sa che Silone, durante la sua vita, avrebbe voluto scrivere un libro sulla tragica vicenda del fratello Romolo e che non poté però realizzare il suo desiderio, forse perché non era riuscito a trovare i documenti necessari per la redazione del suo racconto.
I documenti sulla tragica vicenda di Romolo sono ora custoditi presso l’Archivio centrale dello Stato di Roma ed è su di essi che si basa la ricostruzione dei fatti che portarono alla sua morte, dovuta alla dura repressione del regime fascista.
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11. L’impegno di Silone per l’innocenza di Romolo
La notizia dell’arresto di Romolo scosse profondamente Silone,
destando in lui una viva apprensione per la vita del fratello.
Era ben conscio che Romolo, nelle carceri fasciste, correva
dei seri pericoli. Aveva certamente presenti i casi di Gastone
Sozzi 46 – che, dopo essere stato imprigionato e torturato
dalla polizia, fu trovato impiccato nella sua cella, il 7
febbraio 1928, nel carcere di Perugia – e di Carlo Riva, arrestato
il 13 aprile 1928, subito dopo l’attentato di Milano, e
deceduto il 20 successivo nel carcere di Marassi a Genova,
dove fu trovato impiccato.
La pratica della tortura nelle carceri fasciste non è attestata
solo dalle testimonianze dei detenuti che la subirono, ma
dalla stessa polizia nei cui documenti, sebbene raramente, se
ne trova traccia. Significativa al riguardo è la seguente nota
dell’ispettore di polizia Guido Bellone, operante a Roma:
Roma 7 luglio 1928
L’Avv. Cap. Gaetano Palermo del Tribunale Speciale distaccato a
Milano per l’istruttoria per l’attentato qui di passaggio mi dice che
i sistemi adoperati dalla Questura di Milano sono stupidi ed altro
scopo non raggiungono che inasprire gli animi. Detenuti da noi rilasciati
in libertà vengono nuovamente arrestati senza alcun esito.
I tentativi di scioperi della fame sono all’ordine del giorno, il Questore
mi ha fatto parecchie proposte di usare violenza durante gli
interrogatori, ma io mi sono sempre rifiutato energicamente perché
convinto che fra gli arrestati non vi siano né colpevoli, né
complici. E’ mio convincimento che la Questura di Milano non sia
alla altezza di assolvere ai compiti alla quale è preposta.
Se la Questura di Milano seguirà ancora questo metodo, io andrò
via da Milano 47 .
Dopo l’arresto di Romolo, perciò, Silone cercò un contatto
con le autorità di polizia fasciste per poterlo aiutare. Sapeva
bene che il vero ricercato era lui e che essa – essendo riuscita
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