Il fratello di Silone
Si sa che Silone, durante la sua vita, avrebbe voluto scrivere un libro sulla tragica vicenda del fratello Romolo e che non poté però realizzare il suo desiderio, forse perché non era riuscito a trovare i documenti necessari per la redazione del suo racconto. I documenti sulla tragica vicenda di Romolo sono ora custoditi presso l’Archivio centrale dello Stato di Roma ed è su di essi che si basa la ricostruzione dei fatti che portarono alla sua morte, dovuta alla dura repressione del regime fascista.
Si sa che Silone, durante la sua vita, avrebbe voluto scrivere un libro sulla tragica vicenda del fratello Romolo e che non poté però realizzare il suo desiderio, forse perché non era riuscito a trovare i documenti necessari per la redazione del suo racconto.
I documenti sulla tragica vicenda di Romolo sono ora custoditi presso l’Archivio centrale dello Stato di Roma ed è su di essi che si basa la ricostruzione dei fatti che portarono alla sua morte, dovuta alla dura repressione del regime fascista.
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San Remo, dove don Orione tiene il convitto S. Romolo e dove gli
alunni frequentano tutte le scuole pubbliche.
A San Remo il Tranquilli si lasciò trasportare dalla frenesia per lo
sport ed ingannando il direttore di quel convitto marinò più volte
la scuola. Il Don Orione dovette perciò levarlo dal liceo pubblico e
lo fece studiare privatamente, ma dopo un certo periodo di tempo
lo restituì al Patronato il quale, pare, lo mettesse in un collegio a
Velletri.
Circa due anni or sono, mentre il don Orione trovavasi a Roma gli
si presentò il Tranquilli pregandolo di salvarlo col fargli trovare
lavoro: gli disse che sapeva fare il tipografo e vivamente lo pregò
di metterlo in un ambiente sano, perché non voleva lasciarsi trascinare
dalle idee sovversive di suo fratello Secondino.
Il don Orione conoscendo il Direttore della tipografia Vaticana,
comm. Scotti, ritenne di raccomandargli il Tranquilli per metterlo
in un ambiente e tra operai di idee sane; ma non ottenne il posto
richiesto.
Il Tranquilli, in tale occasione, disse al don Orione che voleva crearsi
una posizione da galantuomo perché aveva la fidanzata a Velletri
e desiderava crearsi una famiglia.
Nell'estate scorsa il Tranquilli scrisse una lettera a don Orione raccomandandosi
ancora affinché, essendo egli tipografo linotipista e
facendo della fame gli trovasse modo di finire di apprendere tale
arte, affermando che con qualche mese di pratica avrebbe potuto
diventare un provetto operaio. In tale occasione insistette al fine di
essere raccomandato allo stesso direttore della tipografia Vaticana
a cui era già stato raccomandato. Il Don Orione non credette di rivolgersi
ancora al comm. Scotti, ma rassicurò il Tranquilli dicendogli
che avrebbe cercato di fargli fare qualche cosa direttamente
presso qualche sua tipografia pur di sottrarlo alla mala influenza
di suo fratello, del quale aveva avuto notizia, dal Patronato Regina
Elena, che trovavasi in Russia.
Nel mese di dicembre u.s. il Tranquilli si rivolse ancora al don O-
rione il quale, allo scopo di aiutarlo, gli disse che lo avrebbe raccomandato
alla tipografia Emiliana di Venezia. Il Tranquilli passò
allora da Tortona ed il don Orione gli fece una lettera di presentazione.
Il Tranquilli in tale occasione disse che non intendeva andare
ad aggravare l'amministrazione della tipografia perché, avendo
venduto una sua casetta, aveva da potersi modestamente mantene-
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