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Il fratello di Silone

Si sa che Silone, durante la sua vita, avrebbe voluto scrivere un libro sulla tragica vicenda del fratello Romolo e che non poté però realizzare il suo desiderio, forse perché non era riuscito a trovare i documenti necessari per la redazione del suo racconto. I documenti sulla tragica vicenda di Romolo sono ora custoditi presso l’Archivio centrale dello Stato di Roma ed è su di essi che si basa la ricostruzione dei fatti che portarono alla sua morte, dovuta alla dura repressione del regime fascista.

Si sa che Silone, durante la sua vita, avrebbe voluto scrivere un libro sulla tragica vicenda del fratello Romolo e che non poté però realizzare il suo desiderio, forse perché non era riuscito a trovare i documenti necessari per la redazione del suo racconto.
I documenti sulla tragica vicenda di Romolo sono ora custoditi presso l’Archivio centrale dello Stato di Roma ed è su di essi che si basa la ricostruzione dei fatti che portarono alla sua morte, dovuta alla dura repressione del regime fascista.

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un organo di privati. Ma la verità completa sull'attentato di Milano

non potrà scaturire né da un’inchiesta di privati antifascisti, né da

un'inchiesta di privati fascisti, ma da una istruttoria indipendente

condotta dalla magistratura ordinaria, secondo la procedura ordinaria,

da una istruttoria che lasci agli imputati piena libertà di dimostrare

la propria innocenza e che permetta alla pubblica accusa

di identificare i veri colpevoli, a qualsiasi grado sociale appartengano.

Se Mussolini rifiuta ciò, egli si autocondanna.

Se Mussolini mantiene l’istruttoria nelle forme attuali, egli confermerà

di essere mandante e complice della banda Nudi, Pazienza,

Serracchioli e C.i.

Se Mussolini, per un falso concetto del suo prestigio, impedirà che

luce completa sia fatta sull'attentato di Milano, egli rinnoverà nella

coscienza civile lo strazio che provocò il delitto Matteotti. Mussolini

proverà che il suo regime rimane quello che fu nelle origini,

un regime di delitti, di assassini, di soprusi, di violenze. Noi siamo

abbastanza scettici per attenderci un ravvedimento del signor

Mussolini. Per questo noi facciamo appello agli uomini liberi, agli

intellettuali ed ai lavoratori di tutti i paesi del mondo.

Elevate la vostra protesta indignata per il trattamento che il fascismo

fa subire ai prigionieri politici. Chiedete conto agli Ambasciatori

italiani all'estero, dei sette antifascisti uccisi nelle carceri italiane

in questi ultimi mesi.

Impedite che alle 20 vittime innocenti che è costato l'attentato di

Milano, si aggiungano altre sei vittime innocenti, scelte tra gli avversari

politici del signor Mussolini.

Chiedete la soppressione delle leggi eccezionali fasciste e del Tribunale

Speciale.

IL COMITATO DI DIFESA DELLE VITTIME DEL FASCISMO 64 .

Il documento su riportato fu inviato da Silone allo zio fascista

Giuseppe Tarola di Pescina, che lo consegnò alla locale

Arma dei carabinieri. Esso fu trasmesso alla DGPS dalla prefettura

di Aquila con il seguente rapporto:

R. Prefettura di Aquila

Li 5 Giugno 1928

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