Il fratello di Silone
Si sa che Silone, durante la sua vita, avrebbe voluto scrivere un libro sulla tragica vicenda del fratello Romolo e che non poté però realizzare il suo desiderio, forse perché non era riuscito a trovare i documenti necessari per la redazione del suo racconto. I documenti sulla tragica vicenda di Romolo sono ora custoditi presso l’Archivio centrale dello Stato di Roma ed è su di essi che si basa la ricostruzione dei fatti che portarono alla sua morte, dovuta alla dura repressione del regime fascista.
Si sa che Silone, durante la sua vita, avrebbe voluto scrivere un libro sulla tragica vicenda del fratello Romolo e che non poté però realizzare il suo desiderio, forse perché non era riuscito a trovare i documenti necessari per la redazione del suo racconto.
I documenti sulla tragica vicenda di Romolo sono ora custoditi presso l’Archivio centrale dello Stato di Roma ed è su di essi che si basa la ricostruzione dei fatti che portarono alla sua morte, dovuta alla dura repressione del regime fascista.
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Noi Avv. Montalto Giuseppe
Giudice Istruttore presso il Tribunale Speciale per la Difesa dello
Stato
Visti gli atti processuali
CONTRO
TRANQUILLI Secondino
figlio di fu Paolo e di fu Delli Quadri Marianna
nato il I° Maggio 1900 a Pescina
IMPUTATO
a) del delitto di cui agli art. 63 C.P. e I Legge 25/II/1926 n. 2008
per avere il 6 aprile 1928 in correità con Testa Giuseppe, Lodovichetti
Augusto, Vacchieri Ettore, Sarchi Giuseppe, Bruneri Oreste,
Boccalari Antimo, Alberini Maria, Oggioni Francesco, Colombo Filippo,
Giani Carlo, Bontemps Umberto e Tranquilli Romolo, praticato
un fornello da mina sotto il ponticello sito al Km. 2,080 del
tratto Milano-Rogoredo della linea ferroviaria Milano-Bologna allo
scopo di attentare alla vita di S. E. il Capo del Governo;
b) di altro simile delitto per avere il 9 aprile 1928, sempre in correità
con le suddette persone, collocato al Km. 205,926 del tratto
Milano-Rogoredo della linea ferroviaria Milano-Bologna un ordigno
esplosivo ad accensione elettrica allo scopo di attentare alla
vista di S. Maestà il Re e di S. E. il Capo del Governo;
c) dei delitti di cui all'art. 63 e 77 C. P. e I legge 25/II/1926 n°
2008 e I R. D. 12/12/1926 n° 2062, per avere in Milano la mattina
del 12 aprile 1928, sempre in correità con le persone summenzionate,
al duplice scopo di attentare alla vita di S. Maestà il Re e di
portare la strage, fatta esplodere una bomba a tempo, collocata
nell'interno della base di un fanale sito sul piazzale Giulio Cesare,
cagionando la morte di venti persone e il ferimento di ventitré.
Visti gli art. 406 e seguenti del Codice Penale per l’Esercito; 10 D.
L. 3 gennaio 1918 n. 2; e 10 R. D. 12 dicembre 1926 n. 2062:
Poiché concorrono sufficienti indizi di reità contro il nominato per
il reato ascrittogli;
Sulle conformi conclusioni del Pubblico Ministero in data 22 Novembre
1928 – VII
ORDINIAMO
La cattura del suddetto imputato anche nelle abitazioni o luoghi
chiusi adiacenti ad esse, prima della levata o dopo il tramonto del
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