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Il fratello di Silone

Si sa che Silone, durante la sua vita, avrebbe voluto scrivere un libro sulla tragica vicenda del fratello Romolo e che non poté però realizzare il suo desiderio, forse perché non era riuscito a trovare i documenti necessari per la redazione del suo racconto. I documenti sulla tragica vicenda di Romolo sono ora custoditi presso l’Archivio centrale dello Stato di Roma ed è su di essi che si basa la ricostruzione dei fatti che portarono alla sua morte, dovuta alla dura repressione del regime fascista.

Si sa che Silone, durante la sua vita, avrebbe voluto scrivere un libro sulla tragica vicenda del fratello Romolo e che non poté però realizzare il suo desiderio, forse perché non era riuscito a trovare i documenti necessari per la redazione del suo racconto.
I documenti sulla tragica vicenda di Romolo sono ora custoditi presso l’Archivio centrale dello Stato di Roma ed è su di essi che si basa la ricostruzione dei fatti che portarono alla sua morte, dovuta alla dura repressione del regime fascista.

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Avanti a noi Cav. Marconi Renato Giudice Istruttore, con

l’intervento del P. M. in persona del Comm. Vincenzo Balzano, con

l'assistenza del Cancelliere sottoscritto, è comparso il sottonominato

testimonio citato nelle forme prescritte dall'articolo 376 del

Codice penale militare al quale si è rammentato l’obbligo che ha e

come uomo e come cittadino di dire tutta la verità e non altro che

la verità sui fatti intorno ai quali è chiamato a deporre e le pene

comminate contro i testimoni falsi o reticenti; e quindi interrogato

sulle sue generalità:

Risponde – Sono e mi chiamo: Cardosa Mario di Ambrogio di anni

24 di Orbetello, Carabiniere della Stazione di Gravedona.

D. R. La sera del 13 corrente verso le ore 18 il proprietario dell'albergo

Bellavista di Brunate telefonò al Maresciallo della stazione

Borghi che nel detto albergo era capitato un individuo che poco gli

garbava avendogli destato dei sospetti. Il maresciallo incaricò me

di salire a Brunate con altro Carabiniere ed io vi andai con l'altro

Carabiniere a nome Piran. Giungemmo a Brunate verso le ore

20.30; chiedemmo dell'individuo al proprietario ed egli ci indicò

l'individuo stesso che era seduto nella sala da pranzo. Ci avvicinammo

a lui e gli chiedemmo chi fosse; disse chiamarsi Zuppi Iginio;

gli domandammo i documenti ed egli ci mostrò una carta di

identità a tal nome con la fotografia che gli somigliava. Domandatogli

che cosa faceva a Brunate, ci rispose che girava per vendere

libri cattolici e che abitava in Milano Via Carlo Farini 43, mi pare.

Quando l'individuo tolse di tasca il portafogli e lo aprì per prendere

la carta di identità, vidi che vi si contenevano biglietti da 50 lire.

Dopo tale accertamento telefonammo al Maresciallo cosa si doveva

fare dello individuo ed egli ci disse di condurlo in caserma a

Como. Allora invitammo il qualificatosi Zuppi a seguirci ed egli

mostrò di seguirci volentieri; disse che aveva in camera paletot e

cappello e ci domandò il permesso di prenderli. Noi acconsentimmo

e lo seguimmo per le scale fino alla porta della camera N° 5

ove egli entrò; ma subito sentimmo aprire la finestra, entrammo

in camera al rumore; ma l'individuo era già scomparso perché a-

veva spiccato il salto dalla finestra. Scendemmo precipitosamente

per le scale per inseguirlo, ma non riuscimmo ad averne traccia;

solo rinvenimmo ad una diecina di metri dall'albergo in corrispondenza

della finestra sopraccennata un soprabito color latte e

caffè e della moneta nella somma di lire 10.50 sparsa in terra.

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