Il fratello di Silone
Si sa che Silone, durante la sua vita, avrebbe voluto scrivere un libro sulla tragica vicenda del fratello Romolo e che non poté però realizzare il suo desiderio, forse perché non era riuscito a trovare i documenti necessari per la redazione del suo racconto. I documenti sulla tragica vicenda di Romolo sono ora custoditi presso l’Archivio centrale dello Stato di Roma ed è su di essi che si basa la ricostruzione dei fatti che portarono alla sua morte, dovuta alla dura repressione del regime fascista.
Si sa che Silone, durante la sua vita, avrebbe voluto scrivere un libro sulla tragica vicenda del fratello Romolo e che non poté però realizzare il suo desiderio, forse perché non era riuscito a trovare i documenti necessari per la redazione del suo racconto.
I documenti sulla tragica vicenda di Romolo sono ora custoditi presso l’Archivio centrale dello Stato di Roma ed è su di essi che si basa la ricostruzione dei fatti che portarono alla sua morte, dovuta alla dura repressione del regime fascista.
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cessivamente a Nervi, Genova, Alessandria, Milano e Busto Arsizio.
Ho compreso, nei colloqui avuti, che mi si voleva dare un'occupazione
come linotipista, oltre che l’incarico di stampare con caratteri
a mano opuscoli e giornali clandestini di propaganda comunista.
Anzi ricordo che a Genova fui richiesto se io sapevo della
composizione a mano, al che risposi affermativamente pur dichiarandomi
non molto pratico.
Per tutto il resto mi rimetto a quanto già dichiarato nei miei precedenti
interrogatori.
Contestatogli il delitto di cui all'articolo 285 C.p. per avere contraffatto
la carta d'identità al nome di Zuppi Iginio, reato accertato
il 13 aprile 1928, risponde: – Come già precedentemente dichiarato
alla S.V. la carta d'identità al nome suddetto mi fu consegnata
dallo sconosciuto di Venezia allorché mi disse di recarmi a Nervi.
La carta mi doveva servire per non farmi riconoscere dall'autorità
dato che io ero sorvegliato dalla P.S. Così che il documento non è
stato contraffatto da me perché consegnatomi da quello sconosciuto.
D.R. La fotografia, che c’è applicata sulla carta di identità è una di
quelle che io avevo spedite a mio fratello Secondino a Parigi, nel
novembre 1927, se ben ricordo. Gliela avevo mandata come ricordo
mio, dato che da più tempo non ci vedevamo. Ritengo pertanto
che sia stato mio fratello a consegnare la fotografia allo sconosciuto
di Venezia per applicarla sulla tessera che mi si doveva dare.
D.R. La firma «Zuppi Iginio» che si legge sotto la fotografia è di
mio pugno 69 .
L’imprudente dichiarazione di Romolo Tranquilli relativa alla
fotografia applicata sulla falsa carta di identità comportò
la grave conseguenza del coinvolgimento nell’inchiesta del
fratello Secondino, nei cui confronti, il 23 novembre 1928, fu
spiccato un mandato di cattura per avere, in correità con altri,
attentato alla vita del re e del capo del Governo. Il mandato
di cattura, che qui si riporta, prevedeva tre capi di imputazione
relativi a tre distinti attentati terroristici:
Mandato di cattura
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