Il fratello di Silone
Si sa che Silone, durante la sua vita, avrebbe voluto scrivere un libro sulla tragica vicenda del fratello Romolo e che non poté però realizzare il suo desiderio, forse perché non era riuscito a trovare i documenti necessari per la redazione del suo racconto. I documenti sulla tragica vicenda di Romolo sono ora custoditi presso l’Archivio centrale dello Stato di Roma ed è su di essi che si basa la ricostruzione dei fatti che portarono alla sua morte, dovuta alla dura repressione del regime fascista.
Si sa che Silone, durante la sua vita, avrebbe voluto scrivere un libro sulla tragica vicenda del fratello Romolo e che non poté però realizzare il suo desiderio, forse perché non era riuscito a trovare i documenti necessari per la redazione del suo racconto.
I documenti sulla tragica vicenda di Romolo sono ora custoditi presso l’Archivio centrale dello Stato di Roma ed è su di essi che si basa la ricostruzione dei fatti che portarono alla sua morte, dovuta alla dura repressione del regime fascista.
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Il Tranquilli in tale occasione disse al Don Orione che voleva crearsi una
posizione da galantuomo, perché aveva la fidanzata a Velletri e desiderava
crearsi una famiglia.
Nell'estate scorsa il Tranquilli scrisse una lettera al Don Orione raccomandandosi
ancora affinché, essendo egli tipografo linotipista e facendo
della fame, gli trovasse modo di finire di apprendere tale arte, affermando
che con qualche mese di pratica avrebbe potuto diventare un provetto
operaio. In tale occasione insistette al fine di essere raccomandato allo
stesso Direttore della tipografia Vaticana a cui era già stato raccomandato.
Il Don Orione non credette di rivolgersi ancora al Comm. Scotti, ma
rassicurò il Tranquilli dicendogli che avrebbe cercato di fargli fare qualche
cosa direttamente presso qualche sua tipografia pur di sottrarlo alla
mala influenza di suo fratello, del quale aveva avuto notizia, dal Patronato
Regina Elena, che trovavasi in Russia.
Nel mese di Dicembre u.s. il Tranquilli si rivolse ancora al Don Orione il
quale, allo scopo di aiutarlo, gli disse che lo avrebbe raccomandato alla
tipografia Emiliana di Venezia. Il Tranquilli passò allora da Tortona ed il
Don Orione gli fece una lettera di presentazione. Il Tranquilli in tale occasione
disse che non intendeva andare ad aggravare l'amministrazione
della tipografia, perché avendo venduto una sua casetta, aveva da potersi
modestamente mantenere fuori dell'istituto: gli bastava che lo si esercitasse
almeno per un mese o due affinché finisse di imparare l'arte del linotipista.
Il Don Orione, essendosi recato in Venezia nel gennaio u.s. rivide il suo
raccomandato nella tipografia Emiliana e cercò di animarlo.
Il 17 Marzo u.s. il Don Orione ricevette un telegramma dalla tipografia di
Venezia che lo avvertiva che il Tranquilli sarebbe passato da Tortona il
giorno successivo ed aggiungeva di fare in modo che egli non tornasse
più a Venezia.
È da tener presente che la tipografia Emiliana, visto che il Tranquilli dopo
qualche mese produceva abbastanza e che egli era in bisogno, gli passò
un tanto al giorno, ma siccome la situazione finanziaria dell'azienda
imponeva economia, lo si consigliò a trovarsi lavoro altrove.
Il mattino del 18 Marzo u.s. il Don Orione, mentre trovavasi a letto con
febbre nel suo alloggio di Tortona, venne annunziato che era giunto il
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