Il fratello di Silone
Si sa che Silone, durante la sua vita, avrebbe voluto scrivere un libro sulla tragica vicenda del fratello Romolo e che non poté però realizzare il suo desiderio, forse perché non era riuscito a trovare i documenti necessari per la redazione del suo racconto. I documenti sulla tragica vicenda di Romolo sono ora custoditi presso l’Archivio centrale dello Stato di Roma ed è su di essi che si basa la ricostruzione dei fatti che portarono alla sua morte, dovuta alla dura repressione del regime fascista.
Si sa che Silone, durante la sua vita, avrebbe voluto scrivere un libro sulla tragica vicenda del fratello Romolo e che non poté però realizzare il suo desiderio, forse perché non era riuscito a trovare i documenti necessari per la redazione del suo racconto.
I documenti sulla tragica vicenda di Romolo sono ora custoditi presso l’Archivio centrale dello Stato di Roma ed è su di essi che si basa la ricostruzione dei fatti che portarono alla sua morte, dovuta alla dura repressione del regime fascista.
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
più calmo. Ma ad un certo punto non potetti più andare avanti;
vedevo sotto i miei piedi un gran precipizio, mi sembrava di scorgere
nel fondo qual cosa come nebbia fitta, sospettai fosse acqua.
Mi fermai, attesi l'alba. Notai come avevo fatto bene la notte a non
azzardare la discesa. Con un po’ di difficoltà scesi giù dal posto incomodo
in cui mi trovavo; andai lungo il letto di un torrentello sino
giù alla strada maestra.
Veramente a un certo punto lasciai il piccolo torrente perché un
piccolissimo sentiero mi condusse sopra i campi. Questo sentiero è
in un punto del torrente dove c’è una certa larghura, vi era della
legna ancora verde accatastata. Raccolsi dei fiori. Notai che ero
graffiato nelle mani, che avevo uno dei calzettoni con 3 o 4 buchi.
Il giorno mi diede del coraggio. Vidi delle donne che da un gruppo
di case usciva con ceste e con dentro fiaschi e bottiglie di latte. Tre
ne vidi. Chiesi se andando in una casa, parlavo e la indicavo col dito,
avrei trovato del latte. Mi dissero di no. Scesi nella strada, vidi
che vi era la linea del tram, ne passò uno quasi vuoto, notai che
andava a Lecco. Sceso nella strada mi diressi verso un altro gruppo
di case distante un centinaio di metri dal primo. Volevo vedere
se vi era qualche negozio. Ve ne era uno di Sali e Tabacchi ma
chiuso. Era presto ancora quantunque il sole s’era già levato. Attraversai
questo gruppo di case e andai su, su sino ad un'altra
strada, non vi erano tram. Passavano operai in bicicletta. La strada
è in alto, vidi Como. Cercai di ordinarmi un po' gli abiti e cappelli.
Li avevo pieni di terra. M’accorsi che ero graffiato nelle mani e che
da un calzettone mi si vedeva in più punti la carne della gamba.
Era la destra, quindi camminavo tenendomi sul bordo della strada
a destra. Passarono delle donne. Mi guardarono. Vidi una tabella
di latta mentre scendevo verso Como che indicava la strada per
Varese e Milano. Pensai di camminare per di là. Poi vidi un negozio
che vendeva un po' di tutto. Ma non mi dettero il pane, perché
non vi era (credo fosse mancato). Presi un vermouth e delle sigarette.
Non avevo fazzoletti, o meglio avevo il mio, ma rosso completamente
per il sangue uscitomi nella notte dal naso. Giù a Como
dove la discesa quasi terminava in una specie di piazzetta vi
era un negozio. Nella vetrina erano esposti indumenti di biancheria.
Entrai, comprai due fazzoletti, i calzettoni non li avevano. Vicino
a questo negozio, molto, non c’è mi pare nessuna porta di intervallo,
c’è un modesto “salone”. Entrai, mi feci la barba. Mi rase
48