scarica qui il libro in formato PDF - Donne e Lavoro
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imessa è sceso un gelido s<strong>il</strong>enzio e tutti si sono fermati. “Faranno di te uno scuolabus sociale.” Panda a quelle parole ha com<strong>in</strong>ciato<br />
a piangere e <strong>il</strong> Gatto delle nevi ha tossito rumorosamente per nascondere <strong>il</strong> suo imbarazzo. Lo scavatore, parcheggiato nella rimessa<br />
<strong>in</strong> attesa di collaudo, è uscito di corsa. E questo mi ha dato da pensare perché lo scavatore non è famoso per preoccuparsi degli altri.<br />
“Ma <strong>in</strong> pratica questa trasformazione, <strong>in</strong> che consiste? Che significa?” Ho chiesto ad Angelo che per tutto <strong>il</strong> tempo di queste manovre<br />
era rimasto fermo e zitto. “Che ti apriranno uno sportello sul fianco e ti monteranno un sollevatore.” Se solo gli avessi chiesto qual’era<br />
<strong>il</strong> problema, conoscendolo, si sarebbe arrabbiato. E allora, <strong>in</strong> s<strong>il</strong>enzio, sono rimasta io, mentre lui ha cont<strong>in</strong>uato: “Ma ti rendi conto?”<br />
No. Io non mi rendevo conto ma se tutti erano così preoccupati, forse avrei dovuto preoccuparmi anch’io. Meno male è stato Angelo a<br />
cont<strong>in</strong>uare: “Tu non sei nata per fare questo tipo di trasporto. Non hai <strong>il</strong> corridoio sufficientemente ampio e la porta laterale è fatta su<br />
misura per te, non ne possono aprire un’altra, più grande, senza che questo ti arrechi danno. Gli uom<strong>in</strong>i progettano sulla carta secondo<br />
i loro bisogni. Ci credono semplici macch<strong>in</strong>e e non considerano che anche noi abbiamo un cuore. Quante volte hai rischiato per tutelare<br />
i tuoi bamb<strong>in</strong>i?” Non serviva che gli rispondessi. Tutti lo sanno che per prima cosa ho pensato al bene dei miei piccoli pr<strong>in</strong>cipi. “Ti<br />
ricordi quando hai aperto <strong>il</strong> tappo per far uscire <strong>il</strong> carburante e non <strong>in</strong>oltrarti nella strada che la frana aveva ridotto a sentiero? E<br />
quella volta che Nello si era addormentato alla guida e tu hai preso <strong>il</strong> comando accompagnando i bamb<strong>in</strong>i nell’aria di servizio? E potrei<br />
cont<strong>in</strong>uare.”<br />
Ma non lo ha fatto per fortuna. Angelo si è azzittito e io non riuscivo a far ord<strong>in</strong>e nella confusione che albergava nel mio cuore. “A che<br />
serve quello che mi devono fare?” Ho chiesto dopo una lunga pausa. “A portare a scuola Max.” “E allora, se è per questo, per me va<br />
bene.”<br />
Non ci ho pensato un momento e la risposta è giunta spontanea. Sono uno scuolabus e se per accompagnare a scuola un bamb<strong>in</strong>o<br />
speciale, serviva che <strong>in</strong>tervenissero su di me, io ero pronta. In barba alle chiacchiere di Angelo e alle lacrime di Panda che ora mi<br />
sussurrava: “Ribellati. Lascia che ci pens<strong>in</strong>o i mezzi del servizio sociale.”<br />
Ho passato una notte d’<strong>in</strong>ferno funestata da <strong>in</strong>cubi. Quando mi sono svegliata, lo zelante scuolabus a noleggio, faceva bella mostra di<br />
se a Fabio sp<strong>in</strong>gendo sull’acceleratore. Panda, preceduta dal marito, mi ha strizzato l’occhio con complicità per uscire dalla rimessa di<br />
gran carriera. Il tutto mentre Angelo mi agganciava borbottando: “Sei una vecchia, <strong>in</strong>guarib<strong>il</strong>e testona.”<br />
Quello che è successo <strong>in</strong> offic<strong>in</strong>a non me lo ricordo. Di sicuro mi hanno staccato la batteria e quando mi sono svegliata avevo un forte<br />
dolore al fianco destro. Angelo mi ha riaccompagnato alla rimessa, non ha detto una parola durante <strong>il</strong> viaggio di ritorno ma ha tradito<br />
un forte disappunto brontolando all’<strong>in</strong>dirizzo ora del S<strong>in</strong>daco che aveva ord<strong>in</strong>ato quell’<strong>in</strong>tervento, ora del capoffic<strong>in</strong>a che l’aveva fatto.<br />
Quando mi ha parcheggiato, prima di andarsene, mi ha f<strong>in</strong>almente sorriso. “Ti hanno tolto la rugg<strong>in</strong>e. Quelle macchie mi mancheranno.<br />
Abbi cura di te.” Rimasta sola nella rimessa ho avuto tempo di adattarmi alla mia nuova condizione di scuolabus sociale senza macchie<br />
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