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Le prime ad aprire gli occhi sono, come sempre, Imola e S<strong>il</strong>vana, le nonne-ranocchie della comunità. Fanno <strong>il</strong> giro nelle piccole stanze<br />

sotterranee dove dormono le altre per controllare che tutto sia <strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e. Alle più piccol<strong>in</strong>e rimboccano le coperte di petali di n<strong>in</strong>fee<br />

mentre le più grandi poco a poco già si stiracchiano. Il sole f<strong>il</strong>tra attraverso le fessure delle canne che le rane hanno usato per costruirsi <strong>il</strong><br />

riparo <strong>in</strong>vernale, le più pigre si tirano su le coperte f<strong>in</strong>o agli occhi per non lasciarsi svegliare dal sole mentre altre già saltellano qua e là.<br />

«C’è da preparare la colazione! Su, forza, dormiglione!» gracida la rana Pall<strong>in</strong>a saltellando di letto <strong>in</strong> letto.<br />

«Forza, sveglia! Dobbiamo rimetterci <strong>in</strong> forze e ricostruire le nostre capanne!» le fa eco qualche altra.<br />

E così, tra un raggio di sole dispettoso e una coperta volata via nel trambusto, tutte le ranocchie si svegliano. Diana, per ultima.<br />

Ora la primavera è arrivata e, dopo un faticoso risveglio, Diana e le altre piccole rane stanno f<strong>in</strong>almente costruendo le loro zattere sotto<br />

la supervisione di Pall<strong>in</strong>a. Diana è sempre la più eccitata di tutte.<br />

«Non vedo l’ora di andare con la mia zattera nello stagno!» ripete <strong>in</strong> cont<strong>in</strong>uazione.<br />

Così passano i giorni e la zattera di Diana è quasi pronta.<br />

«Brava Diana.» Si congratula Pall<strong>in</strong>a. «Ormai hai quasi f<strong>in</strong>ito, tra poco potrai usare la tua zattera.»<br />

«Anche domani?»<br />

«Anche domani, se per stasera riuscirai a <strong>in</strong>trecciare e legare<br />

un’ ultima foglia di n<strong>in</strong>fea.» «<br />

Certo che ci riuscirò!» risponde Diana che ormai non sta più<br />

nella pelle, ma non fa <strong>in</strong> tempo a f<strong>in</strong>ire la frase che un rumore<br />

fortissimo <strong>in</strong>terrompe <strong>il</strong> lavoro delle ranocchie. Il cielo <strong>in</strong><br />

lontananza si fa tutto nero e i fulm<strong>in</strong>i precipitano dalle nuvole<br />

f<strong>in</strong>o quasi a toccare la superficie dello stagno.<br />

«Presto! Presto!» Si sente gridare. «Mettiamo al riparo le<br />

zattere prima che si alzi <strong>il</strong> vento e le porti via e mettiamoci<br />

al riparo anche noi!» Tutte le rane arrivano saltellando e<br />

portano le zattere al riparo, poi, quando anche l’ultima zattera<br />

è stata sistemata, si rifugiano tutte <strong>in</strong> una grande capanna di<br />

emergenza. «Pall<strong>in</strong>a» chiede Diana quando ormai la tempesta<br />

è scoppiata «credi che domani smetterà di piovere?»<br />

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