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C’era una volta Biancaneve<br />
di Ingo Salv<strong>in</strong>a<br />
responsab<strong>il</strong>e della comunicazione INAIL<br />
C’era una volta una bella pr<strong>in</strong>cipessa, di nome Biancaneve ….<br />
“No no, fermati! Mi dispiace per te, ma io questa favola l’ho già sentita!”<br />
Aspetta, aspetta. Possib<strong>il</strong>e che tu non dia mai <strong>il</strong> tempo neanche di com<strong>in</strong>ciare! Questa storia non l’hai sentita perché l’ho scritta apposta<br />
per te, smett<strong>il</strong>a di brontolare e ascoltami.<br />
Dunque, dicevamo, c’era una volta una bella pr<strong>in</strong>cipessa, di nome Biancaneve, che se ne stava circondata dai suoi sette nani, tran<strong>qui</strong>lla<br />
e beata <strong>in</strong> un grande giard<strong>in</strong>o di una v<strong>il</strong>la alla periferia di una città dell’Italia centrale.<br />
Dovete sapere che la nostra bella pr<strong>in</strong>cipessa era una semplice statu<strong>in</strong>a di gesso, come i suoi compagni di favola, i sette nani, messi lì, sul<br />
prato ad ornamento del giard<strong>in</strong>o.<br />
Una scelta di dubbio gusto dirai tu, ma a Biancaneve andava bene così.<br />
La nostra pr<strong>in</strong>cipessa era di buon carattere; se ne stava estate ed <strong>in</strong>verno fuori <strong>in</strong> giard<strong>in</strong>o, al freddo o al sole, sotto l’acqua, anche <strong>in</strong><br />
mezzo ai temporali sempre serena e contenta.<br />
Certo la sua era una vita un po’ statica, ma lei si accontentava, andava d’accordo con i suoi compagni di avventura e gli faceva piacere<br />
quando la padrona veniva <strong>in</strong> giard<strong>in</strong>o e li spolverava, facendogli <strong>il</strong> solletico; <strong>in</strong> verità, ultimamente, veniva sempre di meno, ma si sa che<br />
<strong>in</strong> tutte le relazioni le cose con <strong>il</strong> tempo cambiano.<br />
Un bel giorno, però, le cose cambiarono molto velocemente nel loro giard<strong>in</strong>o.<br />
Una matt<strong>in</strong>a di primavera che c’era un bel sole e si stava veramente bene sul prato a schiacciare un pisol<strong>in</strong>o, arrivarono un sacco di<br />
persone, con attrezzature di vario genere; c’era anche una betoniera per impastare <strong>il</strong> cemento.<br />
Nel giro di mezz’ora nel loro tran<strong>qui</strong>llo giard<strong>in</strong>o c’era <strong>il</strong> f<strong>in</strong>imondo.<br />
Alcuni operai montavano delle impalcature, altri si davano da fare con materiale e strumentazione varia, altri prendevano misure e tutti<br />
erano coord<strong>in</strong>ati – veramente a Biancaneve sembrava che tutti andassero un po’ per conto proprio – da un tipo bassetto e rotondetto<br />
che non faceva altro che str<strong>il</strong>lare e dire parolacce.<br />
Biancaneve a vedere tutta quella confusione si preoccupò, sapeva che a volte ci vuole poco perché si verifichi un <strong>in</strong>cidente; dei sette<br />
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