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Ero grande e quella notte feci morire <strong>il</strong> gr<strong>il</strong>lo parlante. Mi fu sufficiente vedere mia madre per capire che era successo qualcosa di grave,<br />

lei fra le lacrime, mi <strong>in</strong>formò dell’accaduto. I medici avevano riscontrato una commozione celebrale e delle costole rotte, era <strong>in</strong> coma ma<br />

c’era una speranza che si riprendesse. Con mia mamma ci organizzammo per essere sempre presenti al suo capezzale, io <strong>il</strong> pomeriggio<br />

dopo la scuola. Mi faceva male vedere mio padre steso su quel lett<strong>in</strong>o ad occhi chiusi, senza colore, attaccato a delle macch<strong>in</strong>e, ma<br />

dicevano i medici : -Parlategli, gli farà bene. – Com<strong>in</strong>ciarono le grandi chiacchierate un<strong>il</strong>aterali di tre, quattro ore al giorno. In pr<strong>in</strong>cipio<br />

gli raccontavo di me, di mio fratello, della scuola, poi lo brontolavo perché non si era assicurato con le corde e tornò a farci compagnia<br />

<strong>il</strong> gr<strong>il</strong>lo di P<strong>in</strong>occhio. – Dai papà, non è così grave se quel giorno non gli hai dato retta, io avevo <strong>il</strong> compito <strong>in</strong> classe e non ti ho pensato<br />

abbastanza. Lo sai che P<strong>in</strong>occhio erano più le volte che disobbediva che quando ascoltava i consigli del gr<strong>il</strong>lo. Eppure la fata Turch<strong>in</strong>a<br />

ha capito che era buono, lo scusava e lo ha fatto diventare un bamb<strong>in</strong>o. Vedrai perdonerà anche te e guarirai. Adesso stai scontando<br />

l’errore. Dove sei adesso? Nella pancia della balena o sei un ciuch<strong>in</strong>o? E’ tanto che non sfogliamo <strong>il</strong> <strong>libro</strong>, domani te lo leggerò.-<br />

Così sono passati tanti giorni, <strong>in</strong> camera del mio papà facevo i compiti a voce alta, gli leggevo dei libri. La mamma non voleva più<br />

che passassi lì i miei pomeriggi, diceva che compromettevo la mia salute, purtroppo <strong>il</strong> papà non sentiva e non reagiva. Io credevo ai<br />

miracoli, e, dopo un mese, mentre stavo leggendo l’ennesimo <strong>libro</strong> tenendogli una mano, ho sentito un movimento come se volesse<br />

str<strong>in</strong>germela. L’ho guardato sobbalzando dalla sedia e…. meraviglie delle meraviglie, ha aperto un po’ gli occhi sussurrando: E’ <strong>qui</strong><br />

la mia fata Turch<strong>in</strong>a? –<br />

P.S. Aisha l’anno scolastico successivo all’<strong>in</strong>cidente (per fortuna<br />

conclusosi bene), aiutata dai professori e da suo zio, ha scritto questa<br />

storia divulgandola nelle scuole e nei cantieri. Voleva che i giovani<br />

crescessero con l’educazione alla sicurezza sul lavoro e gli operai<br />

applicassero quelle regole che difendono la loro vita.<br />

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