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nanetti, <strong>in</strong>vece, nessuno si preoccupò, f<strong>in</strong>o a quando un piccone non cadde pesantemente a fianco di Brontolo, sfiorandolo. A quel punto<br />

la padrona di casa, che guardava dalla f<strong>in</strong>estra tutto quel pandemonio, <strong>in</strong>tervenne e mise <strong>in</strong> salvo Biancaneve e i sette fratelli al riparo<br />

sotto una tettoia.<br />

Seguirono giorni strani per la nostra pr<strong>in</strong>cipessa, che, da una parte era sconvolta da tutto quel caos e dall’altra era anche curiosa di<br />

vedere come andava a f<strong>in</strong>ire quella faccenda. Lei non si <strong>in</strong>tendeva tanto di lavori (<strong>in</strong> fondo era solo una donna !) ma non gli sembrava<br />

tanto sicuro che quegli operai, molti stranieri e che non capivano bene la l<strong>in</strong>gua, giovani e <strong>in</strong>esperti – questo era chiaro – salissero sulle<br />

impalcature, così, senza protezione oppure che manovrassero la fiamma ossidrica senza alcuna precauzione.<br />

Secondo lei c’era <strong>il</strong> rischio che qualcuno si facesse male seriamente. Ne parlò anche con i suoi compagni di favola che, dopo l’<strong>in</strong>cidente<br />

di Brontolo, trovarono anche loro la cosa alquanto strana.<br />

In particolare <strong>il</strong> direttore dei lavori sembrava un tipo losco.<br />

Biancaneve aveva assistito a delle scene <strong>in</strong> cui ragazzi che si erano rifiutati di salire su quelle impalcature traballanti venivano licenziati,<br />

così, su due piedi. La pr<strong>in</strong>cipessa era un tipo dolce e tran<strong>qui</strong>llo, ma, a vedere come si metteva a rischio la vita umana, si sentiva una gran<br />

voglia di <strong>in</strong>tervenire. Ma non poteva. Devi sapere, <strong>in</strong>fatti, che c’è una legge, nel mondo delle statue da giard<strong>in</strong>o che impone ad ognuna<br />

di loro di non <strong>in</strong>tervenire negli affari degli umani; non che tecnicamente non possano, perché tutti i personaggi delle favole hanno poteri<br />

magici, anche quelli di gesso, solo non debbono.<br />

Biancaneve, <strong>qui</strong>ndi, se ne stava a guardare, temendo <strong>il</strong> peggio.<br />

Ed <strong>il</strong> peggio, un brutto giorno, accadde.<br />

Era una bella matt<strong>in</strong>a fresca e Belzebù – così avevano soprannom<strong>in</strong>ato <strong>il</strong> direttore dei lavori – chiamò un ragazzo moldavo, molto<br />

giovane, con la faccia pulita di chi non conosce ancora <strong>il</strong> mondo e gli fece cenno di salire sull’impalcatura a fare un lavoro di rif<strong>in</strong>itura<br />

delle grondaie, lassù <strong>in</strong> cima.<br />

Il ragazzo guardò spaventato verso l’alto, ma non osò obiettare nulla – e <strong>in</strong> che l<strong>in</strong>gua poi? – si fece <strong>il</strong> segno della croce e salì.<br />

Biancaneve stava là sotto con i nervi tesi; seguiva con lo sguardo <strong>il</strong> ragazzo salire adagio e con movimenti <strong>in</strong>sicuri, si vedeva che aveva<br />

paura.<br />

E poi lui cadde.<br />

Il grido di Biancaneve trafisse l’aria, <strong>il</strong> tempo si fermò.<br />

Nessuno vide la piccola statu<strong>in</strong>a di gesso muoversi velocemente verso l’impalcatura e, con la forza di un gigante, protendendosi verso <strong>il</strong><br />

volo del ragazzo, afferrarlo saldamente fra le braccia e bloccarne la caduta.<br />

Diventata enorme, lo tenne un attimo fra le braccia come una madre e poi lo depositò, ormai svenuto, dolcemente sull’erba.<br />

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