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50<br />

medaglietta con <strong>in</strong>cisi i nuovi nomi delle cucciole: “Vi chiamerò<br />

Norma e Tiva! Siete contente?” Gli disse con entusiasmo e felicità.<br />

“Miaaaao! Miao!” Risposero saltellanti le bestiol<strong>in</strong>e. Poi passò dal<br />

veter<strong>in</strong>ario per fargli la visita e <strong>il</strong> libretto sanitario e, di conseguenza,<br />

<strong>il</strong> primo vacc<strong>in</strong>o! La ragazz<strong>in</strong>a era difatti cresciuta con <strong>il</strong> celebre<br />

proverbio: ‘Chi da bimbo e previdente da grande non si pente!’.<br />

Tornata a casa Regol<strong>in</strong>a gli preparò un angol<strong>in</strong>o spazioso per<br />

sistemarle <strong>in</strong> una calda cuccia, vic<strong>in</strong>o al termosifone e alla f<strong>in</strong>estra,<br />

dove avrebbero potuto giocare, <strong>in</strong> sua assenza, tran<strong>qui</strong>lle e allegre<br />

per tutto <strong>il</strong> giorno. Certa della loro discreta presenza al suo fianco,<br />

Regol<strong>in</strong>a da quel giorno non si sentì più sola. Scese lentamente<br />

la sera. Il sole stava calando e l’ultimo raggio di sole stava per fare<br />

l’occhiol<strong>in</strong>o al v<strong>il</strong>laggio per appisolarsi su un bellissimo tramonto a<br />

fondo valle. Regol<strong>in</strong>a decise, dopo aver dato da mangiare crocchette<br />

nutrienti, appetitose e genu<strong>in</strong>e alle sue ospiti, di prepararsi una<br />

calda tisana. Aggiustò le lancette dell’orologio a muro e s’<strong>in</strong>f<strong>il</strong>ò<br />

sotto le coperte seguita dalle due <strong>in</strong>separab<strong>il</strong>i gatt<strong>in</strong>e. L’<strong>in</strong>domani<br />

la sveglia tr<strong>il</strong>lò alle sette. Norma e Tiva si stropicciarono anche loro<br />

gli occhietti e di nascosto s’<strong>in</strong>f<strong>il</strong>trarono, ben bene <strong>in</strong> fondo allo<br />

za<strong>in</strong>etto di Reggy, pronta a recarsi verso l’agenzia del nuovo lavoro.<br />

“Toc toc!” - La porta della ditta ‘Senza Diritti’ era senza campanello<br />

– “Chi è che bussa, come ti chiami?” – Risposero dall’altra parte<br />

della barricata. “Sono Regol<strong>in</strong>a per <strong>il</strong> nuovo lavoro!”. Il modo<br />

<strong>in</strong>usuale di ricevere <strong>il</strong> personale di servizio pareva strano alle gatt<strong>in</strong>e che già sentivano puzza di bruciato… “Vieni con me” apostrofo<br />

a Reggy una ragazzetta con gli occhiali e l’espressione annoiata. Il pavimento dello stretto e angusto corridoio era appena stato lavato<br />

con la varech<strong>in</strong>a (da una vecchietta che si accontentava di pochi ‘spicciol<strong>in</strong>i’ e senza ricevute fiscali di sorta), e ancora bagnato e<br />

nauseante portava le impronte delle scarpe delle segretarie che si alternavano avanti e <strong>in</strong>dietro tra le scrivanie delle operatrici. Reggy ci

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