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scivolavano sul miele spaccandosi le zampe. Le celle più vecchie che non avevano avuto alcuna manutenzione, <strong>in</strong>iziarono a crollare,<br />

facendo cadere, per effetto dom<strong>in</strong>o, anche quelle più nuove e con esse, anche le api che vi si trovavano all’<strong>in</strong>terno.<br />

Molte larve stavano per soccombere perché le nutrici non si erano curate di loro. Ragni, calabroni, cimici <strong>in</strong>iziarono ad entrare nell’alveare<br />

attirati dal canto delle api e dal ghiotto profumo di miele e pappa reale. Le api di altri alveari furono attirate dallo stesso profumo e non<br />

trovando nessuno di guardia davanti agli accessi <strong>in</strong>iziarono a depredare tutto ciò che trovavano.<br />

Era <strong>il</strong> caos più totale. Il messaggio di vanità e superficialità della nuova Reg<strong>in</strong>a si era diffuso <strong>in</strong> tutto l’alveare e dopo la sciamatura delle<br />

ultime api sagge, quelle rimaste erano <strong>in</strong>esperte e guidate solo dalla frivolezza della Reg<strong>in</strong>a.<br />

Avevano portato grandi frammenti di specchi ed erano tutte riunite davanti ad essi: chi per aggiustarsi la pett<strong>in</strong>atura, chi per mettere<br />

<strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e le zampe, noncuranti di ciò che stava accadendo <strong>in</strong>torno. Iter disperata chiamava le sue sorelle, ma <strong>in</strong>vano. Vide <strong>il</strong> corpo<br />

senza vita di Morgana che aveva combattuto per difendere <strong>il</strong> suo alveare. Un cumulo di macerie era crollato addosso a Fiocchetto<br />

l’architetto: aveva d<strong>il</strong>igentemente messo <strong>il</strong> suo caschetto sul capo ma non aveva trovato l’imbragatura per la confusione lasciata dalle<br />

altre. Cuoric<strong>in</strong>o era annegato <strong>in</strong> una cella di miele poiché <strong>il</strong> c<strong>in</strong>tur<strong>in</strong>o d’aggancio della sua imbragatura era stato manomesso. Lucia<br />

giaceva <strong>in</strong> un angolo ricoperta di macchie e abrasioni: non aveva trovato i guanti e la tuta da lavoro, qualche sostanza tossica stava<br />

reagendo sulla sua pelle e respirava a fatica. Di Orione, Beatrice e Berenice nessuna traccia, forse avevano deciso di sciamare altrove<br />

o forse erano anch’esse vittime del caos. Iter volava sconsolata e sola quando decise di tornare <strong>in</strong>dietro. Il quadro che le si dip<strong>in</strong>geva<br />

davanti agli occhi era sempre peggiore, ormai la maggior parte delle api giaceva al suolo, sotto all’alveare. Il sole era alto <strong>in</strong> cielo e <strong>il</strong><br />

calore rendeva ancor più diffic<strong>il</strong>e <strong>il</strong> volo. Ad un certo punto si accorse che dalle stanze reali usciva del fumo.<br />

Decise di avvic<strong>in</strong>arsi e più lo faceva più i suoi occhi lacrimavano e le sue narici erano pervase da un <strong>in</strong>tenso odore di bruciato. Capì<br />

immediatamente quanto era accaduto: i raggi del sole riflessi sulle schegge degli specchi procurati dalle api avevano fatto scoppiare<br />

un <strong>in</strong>cendio. L’alveare stava andando letteralmente a fuoco, migliaia di api, proprio quelle che si erano d<strong>il</strong>ettate nel canto <strong>in</strong>vece che<br />

lavorare, giacevano carbonizzate. Iter cercò di entrare, non si diede per v<strong>in</strong>ta, voleva raggiungere quel debole lamento che sentiva <strong>in</strong><br />

lontananza. Una volta varcata la soglia riconobbe sotto una grande trave di legno la sua Reg<strong>in</strong>a.<br />

“Stupida ape esploratrice” sussurrò, “vieni a salvare la tua Reg<strong>in</strong>a, non vedi che è <strong>in</strong> pericolo?”<br />

Iter si precipitò su di lei, l’<strong>in</strong>cendio divampava, era necessario liberarla dalla trave per impedire che le fiamme potessero raggiungerla.<br />

Fece leva sull’estremità della trave con tutte le sue forze, ma era troppo leggero <strong>il</strong> suo peso per riuscire a spostarla. Così vide uno scaffale<br />

per la raccolta del miele <strong>in</strong> b<strong>il</strong>ico a qualche centimetro di distanza, veloce si precipitò su di esso e lo fece scivolare sulla trave che si<br />

sollevò per qualche istante permettendo alla Reg<strong>in</strong>a di liberarsi e spiccare a fatica <strong>il</strong> volo. Iter era a terra, con le ali bruciate e le sei<br />

zampe rotte. Non c’era scampo. Le fiamme stavano divampando e <strong>in</strong> pochi secondi divorarono <strong>il</strong> corpo di Iter che aveva sacrificato la<br />

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