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volesse dire, cont<strong>in</strong>uava tutte le matt<strong>in</strong>e a raccogliere Bimba addormentata sul campo di grano e arrabbiato com’era un brutto giorno<br />
prese a fuc<strong>il</strong>ate <strong>il</strong> Falco che da quel giorno sparì. Una notte più buia e fredda delle altre, Bimba pian- pian<strong>in</strong>o quando stava sulla porta<br />
di casa sentì <strong>il</strong> contad<strong>in</strong>o piangere. Tornò <strong>in</strong>dietro e vide la moglie che preso <strong>il</strong> contad<strong>in</strong>o per le spalle lo faceva muovere tutto e lui allora<br />
s<strong>in</strong>ghiozzava e lei poi gli diceva che l’avrebbe lasciato se non diceva al Re <strong>il</strong> segreto per mantenere <strong>il</strong> grano sempre buono. Allora Bimba<br />
liberò <strong>il</strong> contad<strong>in</strong>o dagli scossoni della moglie e dopo averli baciati disse loro di non preoccuparsi e se n’andò a dormire nel campo di<br />
grano. Il matt<strong>in</strong>o dopo <strong>il</strong> contad<strong>in</strong>o e la moglie dai vetri m<strong>in</strong>uscoli della f<strong>in</strong>estra stretta e profonda della loro camera, videro due grosse<br />
ombre giganti e scure che <strong>il</strong> sole allungava proprio sull’aia. In altezza superavano <strong>il</strong> platano della civetta delle nevi e di forma rotonda<br />
erano ricoperti d’argento per tutta la loro grandezza. Tutt’e due parevano sospesi <strong>in</strong> aria ma <strong>in</strong>vece a guardarli bene se ne stavano<br />
appoggiati su lunghe aste sempre argentate e tutt’e due <strong>in</strong> basso erano precisi sputati a 2 grossi imbuti. In poco tempo <strong>il</strong> contad<strong>in</strong>o e la<br />
moglie stavano sull’aia e caso strano lì c’era anche Bimba. Impietriti da quella specie di distributori di caramelle <strong>il</strong> contad<strong>in</strong>o e la moglie<br />
guardavano Bimba senza manco vederla. In mano teneva un grande scrigno di cristallo con grosse guarnizioni di legno br<strong>il</strong>lante e lucido<br />
per via delle pietre sparse che ci stavano sopra. “ Prendi – disse Bimba allungando lo scrigno al contad<strong>in</strong>o – ascolta bene: da oggi tutto<br />
<strong>il</strong> grano che crescerà nel campo devi metterlo dentro quelle due torri argentate. Ma mi raccomando apri questo scrigno solo quando<br />
decidi d’<strong>in</strong>f<strong>il</strong>zare <strong>il</strong> grano dentro le torri e quando lo farai, per carità, usa tutte le cose che ci stanno dentro. Mi raccomando non aprirlo<br />
prima.” Il contad<strong>in</strong>o afferrò lo scrigno che così vic<strong>in</strong>o pareva più grande di prima e traballò sulle gambe per quanto fosse pesante. Sul<br />
lato che gli dava <strong>in</strong> faccia c’era un sig<strong>il</strong>lo che portava 3 lettere: DPI. D’improvviso qualcosa aveva fatto tremare la terra e un grosso<br />
rospo atterrò sull’aia. La gola grassa come una palla si muoveva cont<strong>in</strong>uamente avanti e <strong>in</strong>dietro alla bocca larga come uno squarcio.<br />
Schiudeva gl’occhi facendone due fessure schiacciate come quelle dove ci si deve <strong>in</strong>f<strong>il</strong>zare la chiave per aprire una qualche porta segreta.<br />
Le narici allargavano ai lati sf<strong>il</strong>ando la verde pelle umidiccia <strong>in</strong> 2 fosse da cimitero. Le guanciotte rigonfie strabuzzavano f<strong>in</strong> sotto<br />
gl’occhi. Quella grossa faccia a palla poggiava sulle zampe di davanti mentre quelle di dietro a tratti ondeggiavano dandogli l’aspetto<br />
d’una carriola. Sul gobbone 10 o forse 25 le macchie scuro- verde sparse alla r<strong>in</strong>fusa. Sembrava un soprammob<strong>il</strong>e quando tutt’a un<br />
tratto la sua l<strong>in</strong>gua dardeggiò nell’aia pescando una zanzara o chissà quale altro <strong>in</strong>setto. Un attimo dopo con un’altra l<strong>in</strong>guata caricò<br />
Bimba sul gobbone, che nel frattempo s’era addormentata, e <strong>il</strong> Falco comparso dal nulla svolazzò sopra <strong>il</strong> contad<strong>in</strong>o e col becco<br />
agganciò una delle catenelle che teneva chiuso lo scrigno. Allora <strong>il</strong> rospo com<strong>in</strong>ciò a dire: Se di grano ne vuol di più al contad<strong>in</strong> dentro<br />
la torre tocca calarsi giù. Dall’alto e non dall’imbuto che sta <strong>in</strong> basso lo farà: senza la veste special la pelle gli brucerà, senza bloccar<br />
valvole, senza misurar l’aria tra <strong>il</strong> grano, senza maschera né respirator col naso nudo a tirar su velen, senza funi né c<strong>in</strong>ture si calerà e<br />
quando l’aria sparirà avvelenato <strong>il</strong> contad<strong>in</strong>o morirà. Poi d’improvviso <strong>il</strong> Falco, Bimba e <strong>il</strong> rospo <strong>in</strong> un puff sparirono via. Il contad<strong>in</strong>o<br />
e la moglie disperati volevano lasciare Pocograno e andare oltre le coll<strong>in</strong>e per cercare Bimba. Prima però <strong>il</strong> contad<strong>in</strong>o aveva deciso<br />
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