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esistere al sonno e si addormentarono, altre, con la sicurezza che Elide e Gaia tornassero, prepararono qualcosa da mangiare e Agata<br />

era sempre fissa alla f<strong>in</strong>estra, raccolta nel suo dolore. All’improvviso un’ape si alzò di colpo perché sentì che qualcosa stava vibrando<br />

nel s<strong>il</strong>enzio. “si, si” – disse –“sento un frusciò d’ali, sempre più forte!” . In un attimo le api operaie si addossarono alle f<strong>in</strong>estrelle delle<br />

loro cellette e cercarono di scorgere qualcosa nel buio della campagna circostante. Agata, che nel frattempo aveva perso qualsiasi<br />

speranza, si precipitò di corsa fuori dall’alveare, <strong>in</strong> preda a quel fremito che solo la fede e le sorprese riescono a regalare. In lontananza<br />

Elide e Gaia si stavano avvic<strong>in</strong>ando, avevano l’aria stanca ovviamente, ma entrambe erano sane e salve. Quando raggiunsero l’alveare<br />

ci fu un’esplosione di gioia ed un applauso fragoroso accolse <strong>il</strong> rientro delle due fattor<strong>in</strong>e. Agata abbracciò immediatamente la sua<br />

piccol<strong>in</strong>a e se la str<strong>in</strong>se al petto, ancora <strong>in</strong>credula di averla vic<strong>in</strong>a.<br />

Gaia pianse di felicità, e trascorse qualche m<strong>in</strong>uto prima che riuscisse a pronunciare parola. Quando f<strong>in</strong>almente si<br />

calmò e nonostante la stanchezza, <strong>in</strong>iziò a raccontare alle altre questa spiacevole avventura. Elide era seduta vic<strong>in</strong>o<br />

a lei, si sentiva tremendamente <strong>in</strong> colpa per quello che era successo, e non f<strong>in</strong>iva mai di chiedere scusa alla piccola<br />

Gaia, ad Agata e a tutte le compagne operaie. Nessuna di loro <strong>in</strong> fondo ce l’aveva con Elide, né tanto meno le<br />

portava rancore, però le diedero un piccolo e prezioso consiglio per i viaggi futuri. “Mamma” – disse Gaia prima<br />

di andare a dormire – “mi dispiace tanto di averti fatto stare <strong>in</strong> pensiero. Però ho capito una cosa importante” “<br />

Cioè?” – rispose Agata accarezzandola . “Che non voglio fare la f<strong>in</strong>e di Elide, è terrib<strong>il</strong>e <strong>il</strong> solo pensiero di non poter<br />

tornare a casa. Ogni volta che uscirò per le consegne ricorderò sempre di <strong>in</strong>dossare <strong>il</strong> mio caschetto! Promesso!”.<br />

Agata era commossa da quelle parole, perché dimostravano che Gaia aveva capito <strong>il</strong> senso di ciò che era<br />

successo ed era diventata un’ape <strong>in</strong> gamba e responsab<strong>il</strong>e. “sei una bravissima ape operaia” – le disse<br />

Agata sottovoce prima della buonanotte. Quella sera Gaia si addormentò all’istante, stremata dalla fatica<br />

e dormì serenamente, sicura di trovarsi a casa. L’<strong>in</strong>domani si svegliò piena di energia, ciò che le era<br />

successo <strong>il</strong> giorno prima non aveva cambiato affatto l’amore per <strong>il</strong> suo lavoro. In quanto ad Elide fece<br />

tesoro del consiglio delle sue compagne e non uscì più una sola volta a consegnare <strong>il</strong> miele senza <strong>il</strong> suo<br />

<strong>in</strong>separab<strong>il</strong>e navigatore! Gaia guardò <strong>il</strong> cielo, mise <strong>il</strong> caschetto, prese <strong>il</strong> miele e volò via lontano, piena di<br />

vita e di entusiasmo per <strong>il</strong> suo nuovo viaggio.<br />

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