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Rub<strong>in</strong>a e la festa di Primavera.<br />

di Eliana Bassetti<br />

C’era una volta, al limitare del bosco, una casetta dai m<strong>il</strong>le colori: tetto rosa, mura blu, f<strong>in</strong>estre arancioni, porte gialle… <strong>in</strong>somma era<br />

una casetta che metteva tanta allegria… Questa gioiosa casetta era abitata da una bimba di nome Rub<strong>in</strong>a, dalla sua mamma Ametista<br />

e dalla nonna Agata.<br />

Rub<strong>in</strong>a era una bamb<strong>in</strong>a sempre allegra. Il sorriso, che non le mancava mai, le <strong>il</strong>lum<strong>in</strong>ava <strong>il</strong> volto; i ridenti occhi color cioccolata,<br />

sempre curiosi di novità, assieme ai riccioli ramati che le <strong>in</strong>corniciavano la fronte, trasmettevano buonumore a chiunque la guardasse.<br />

La bimba era sempre affettuosa con la mamma e la nonna, adorava giocare con gli animaletti del bosco e con gli altri bimbi dello<br />

strano v<strong>il</strong>laggio <strong>in</strong> cui abitava. Strano sì, perché <strong>in</strong> quel v<strong>il</strong>laggio tutti lavoravano per preparare la Primavera: c’era chi si occupava di<br />

costruire piccole sveglie da <strong>in</strong>serire poi nelle tane degli animali caduti <strong>in</strong> letargo, chi provvedeva con sofisticati mezzi segreti a riscaldare<br />

l’aria, chi studiava come far restare più a lungo <strong>il</strong> sole nel cielo per rendere le giornate più lum<strong>in</strong>ose e ancora chi dosava gli <strong>in</strong>gredienti<br />

per ottenere <strong>il</strong> giusto grado di dolcezza tipico del venticello primaver<strong>il</strong>e.<br />

Ametista, la mamma di Rub<strong>in</strong>a, aveva un lavoro molto particolare: tessendo trame con f<strong>il</strong>i fatati di m<strong>il</strong>le diversi colori, creava i vestiti<br />

dei Fiori. Era un lavoro molto bello, ma anche faticoso che Ametista svolgeva con tante amiche <strong>in</strong> un casetta lontana dalla sua, proprio<br />

dall’altra parte del bosco, <strong>in</strong> quella che tutti chiamavano la Fabbrica dei Fiori. Ogni matt<strong>in</strong>a si alzava molto presto, preparava lo<br />

za<strong>in</strong>etto di Rub<strong>in</strong>a per la scuola (senza mai dimenticare di mettervi dentro una bella dose di baci per quando non si sarebbero viste) e,<br />

mangiata una deliziosa ciambella di Agata, andava <strong>in</strong>contro alla sua nuova giornata <strong>in</strong>camm<strong>in</strong>andosi nel bosco.<br />

Erano ormai anni che faceva lo stesso percorso, conosceva a memoria tutte le radici degli alberi, i massi, i cespugli, ma un giorno, chissà<br />

come, chissà perché, quasi giunta alla Fabbrica dei Fiori, <strong>in</strong>ciampò, scivolò e cadde battendo la testa su una pietra. “Presto! Presto!”<br />

gridarono gli animaletti del bosco “dobbiamo aiutarla!”. Farfalle e passerotti volarono ad avvisare Agata mentre i cerbiatti corsero<br />

a chiamare aiuto all’ospedale del v<strong>il</strong>laggio. Poco dopo arrivò anche la piccola Rub<strong>in</strong>a, accompagnata dalla maestra: Ametista giaceva<br />

sul letto bianco, con gli occhi chiusi, e non rispondeva a nessuno, neanche alla figlioletta che, <strong>in</strong>credula e spaventata, la chiamava<br />

chiedendole “mamma dormi?”. La dottoressa Perla, dopo aver visitato la donna, parlò con Agata e Rub<strong>in</strong>a e disse: “la signora ha<br />

bisogno di cure lunghe e di tanto riposo, resterà con noi f<strong>in</strong>ché non si sarà ripresa”. Il volto di Rub<strong>in</strong>a si oscurò e la piccola scoppiò <strong>in</strong><br />

lacrime abbracciando la nonna. Agata, pur sapendo che la situazione era grave, la rassicurò… la mamma si sarebbe ripresa e tutto<br />

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