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Sicurezza, la vera Reg<strong>in</strong>a sei tu<br />
di Paola Gottardo<br />
Favola solo testo più votata e commentata sul Web<br />
Mi chiamo Pericula e sono l’Ape Reg<strong>in</strong>a di Melissopoli, un v<strong>il</strong>laggio di cera abitato da migliaia di api. F<strong>in</strong>o a qualche tempo fa regnava a<br />
Melissopoli Sicurezza, un’ape reg<strong>in</strong>a ormai vecchia, venerata da tutti per la sua saggezza e per <strong>il</strong> suo grande cuore. Con lei, nell’alveare,<br />
tutto funzionava al meglio. Sicurezza aveva istruito personalmente le prime maestre dell’alveare aff<strong>in</strong>chè i saperi e le tecniche fossero<br />
tramandati di generazione <strong>in</strong> generazione e ciascuna potesse svolgere <strong>il</strong> proprio lavoro a regola d’arte e senza alcun pericolo per la salute.<br />
Le api più giovani si occupavano della pulizia delle celle, per garantire la massima igiene all’<strong>in</strong>terno dei favi, sia per quanto riguarda<br />
le abitazioni che i magazz<strong>in</strong>i. Dal terzo giorno di vita potevano secernere la prima pappa reale e diventare nutrici occupandosi delle<br />
piccole larve che avevano bisogno del loro pane, fatto di miele e poll<strong>in</strong>e.<br />
Dopo due settimane era compito delle istruttrici addestrare le api perché fossero <strong>in</strong> grado di diventare bott<strong>in</strong>atrici per procacciare<br />
nettare, poll<strong>in</strong>e, acqua e propoli.<br />
L’addestramento era molto duro, durava c<strong>in</strong>que <strong>in</strong>teri giorni durante i quali venivano effettuati i voli di orientamento, prima vic<strong>in</strong>o<br />
all’alveare e poi sempre più lontano. Le api immagazz<strong>in</strong>atrici ricevevano dalle bott<strong>in</strong>atrici le prelibatezze raccolte e si occupavano di<br />
depositarle all’<strong>in</strong>terno dei favi. Quelle vent<strong>il</strong>atrici si occupavano della deidratazione del miele. C’erano poi le api architetti, le esploratrici,<br />
e le api guardiane, che impedivano l’accesso all’alveare da parte degli estranei.<br />
Melissopoli era un v<strong>il</strong>laggio ben organizzato, efficiente e produttivo quando Sicurezza <strong>in</strong>iziò ad avere i primi acciacchi: <strong>il</strong> tempo era<br />
passato anche per lei, le sue ali non avevano più la forza di reggerla <strong>in</strong> volo e la vista peggiorava di giorno <strong>in</strong> giorno. Sicurezza teneva<br />
nel cuore un’<strong>in</strong>f<strong>in</strong>ita amarezza al solo pensiero di non potersi più dedicare alle sue figlie e al suo regno. Così chiamò nella cella reale le<br />
api più fidate che erano a capo delle diverse squadre di lavoro: Mirella l’ancella, Lucia per la pulizia, Berenice la nutrice, Cuoric<strong>in</strong>o per<br />
<strong>il</strong> magazz<strong>in</strong>o, Orione per la vent<strong>il</strong>azione, Beatrice la bott<strong>in</strong>atrice, Fiocchetto l’architetto, Morgana la guardiana e Iter l’esploratrice.<br />
“Figlie mie, vi ho fatte chiamare perché <strong>il</strong> mio tempo è giunto al term<strong>in</strong>e. Sono ormai vecchia e malandata e ho deciso di <strong>in</strong>dire a breve<br />
uno sciame: è arrivato <strong>il</strong> momento di avere una nuova e giovane ape Reg<strong>in</strong>a. Chiedo <strong>il</strong> vostro aiuto e la vostra collaborazione perché<br />
tutte noi amiamo questo alveare e teniamo al fatto che cont<strong>in</strong>ui ad essere <strong>il</strong> migliore. I fuchi sono già stati avvertiti, ho selezionato i più<br />
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