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elementare, Aisha era <strong>in</strong> prima media, ragazz<strong>in</strong>a allegra e matura per la sua età. Per seguire la loro crescita mi aiutavano le foto<br />

che mia moglie mi mandava assieme alle lettere piene di notizie e particolari della loro vita, capivo che escludeva i problemi per non<br />

allarmarmi. Anche mia figlia mi scriveva tutte le settimane lunghe lettere, <strong>in</strong> italiano (che aveva preteso che studiassi) perché “così ci<br />

capirai subito appena vieni da noi e ti sentirai a casa” . Mi spediva libri di favole così nelle lettere parlavamo dei personaggi, quello che<br />

mi era piaciuto di più ecc . P<strong>in</strong>occhio mi aveva affasc<strong>in</strong>ato, l’avevo letto tante volte da impararlo quasi a memoria, riuscendo con una<br />

favola a viverle un’altra assieme ai miei cari. Tutta la corrispondenza di mia figlia f<strong>in</strong>iva: “ti voglio bene papà, quando vieni?” Ad essere<br />

s<strong>in</strong>cero avevo provato a raggiungerle clandest<strong>in</strong>amente, spendendo quei pochi soldi risparmiati con tanta fatica lavorando nei campi,<br />

ma oltre ad aver avuto paura di morire nella traversata, non ero riuscito ad andare oltre Lampedusa. Sono stato due mesi nel centro di<br />

accoglienza (brutta esperienza) poi sono stato rimpatriato.<br />

Ora sembra che la mia solitud<strong>in</strong>e stia per f<strong>in</strong>ire: mia cognata sposerà un italiano, un impresario ed<strong>il</strong>e di venti anni più grande di lei<br />

ma (come dice mia moglie) “le vuole tanto bene.” Così questo perug<strong>in</strong>o che <strong>il</strong> prossimo mese diventerà mio cognato, sta <strong>in</strong>oltrando la<br />

richiesta per annoverarmi fra i suoi operai. Non è una favola? Ho <strong>in</strong> mano <strong>il</strong> passaporto, mi aspetta un appartamento dove abitare, un<br />

lavoro e mia moglie e i miei figli! Nei primi giorni a Perugia mi pareva che <strong>il</strong> cuore mi scoppiasse per la felicità: mia moglie è bellissima<br />

(più di quanto ricordassi) ed aveva cresciuto bene i nostri figli che erano svegli, ma obbedienti. Tutte e due potevano dirsi italiani per<br />

le abitud<strong>in</strong>i, essere cattolici e di l<strong>in</strong>gua francese li aveva aiutati. Ciò non mi è dispiaciuto perché volevo che avessero una vita normale,<br />

come gli altri bamb<strong>in</strong>i. Aisha mi dedicava tutto <strong>il</strong> suo tempo libero per farmi conoscere la città, l’idioma e lei stessa. Era alta per la<br />

sua età e si <strong>in</strong>travedeva la bella ragazza che sarebbe sbocciata fra poco. Rivedevo <strong>in</strong> lei mia moglie quando eravamo giovanissimi ed<br />

avevamo scoperto di amarci sognando un futuro felice .Vista la miseria del nostro Paese dicevamo: “Dove non importa, ma assieme<br />

costruiremo una bella famiglia.” Con l’aiuto di Dio e lo spirito di sacrificio di mia moglie forse c’eravamo riusciti.<br />

Dopo un po’ di giorni di vacanza ho <strong>in</strong>iziato <strong>il</strong> lavoro di manovale <strong>in</strong> un palazzo che costruiva l’impresa di mio cognato. Il giorno<br />

prima mi aveva fatto visitare <strong>il</strong> cantiere, spiegandomi non solo <strong>il</strong> lavoro, presentandomi <strong>il</strong> caposquadra, ma anche chiarito che c’erano<br />

delle regole di sicurezza che bisognava rispettare. Erano importantissime non solo perché altrimenti erano previste sanzioni per me e<br />

l’impresa , ma più che altro importanti per la nostra vita. Questo scheletro di palazzone, le gru, mi avevano impressionato e tutti quei<br />

cartelli di divieto o imposizione mi lasciarono sconcertato. Aisha venne <strong>in</strong> mio aiuto, si era segnata la dicitura di tutti i cartelli, ne aveva<br />

fatto dei biglietti, così dopo cena, pazientemente, come per gioco, mi metteva sotto <strong>il</strong> naso ora l’uno ora l’altro <strong>in</strong>terrogandomi sul suo<br />

significato.<br />

“Papà, io sono <strong>il</strong> gr<strong>il</strong>lo parlante di P<strong>in</strong>occhio, domani e sempre quando lavori io sarò con te e ti darò buoni consigli e suggerimenti, non<br />

aver paura. Tu non disobbedire, sai bene che poi lo sconteresti.”<br />

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