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osse. Dopo tante pene, f<strong>in</strong>almente una risposta alle preghiere, ovvio che quei frutti rappresentavano la cura miracolosa che tutti<br />

stavano trepidamente aspettando!<br />

Si decise di raccogliere i c<strong>il</strong>iegioni per farne <strong>in</strong>fusi e decotti per tutti. Si levavano già laudi di r<strong>in</strong>graziamento, alla base della pianta si<br />

radunò tutto <strong>il</strong> paese a fare festa tra canti balli e sputazzi. Una fune legata ad un arpione fu sparata <strong>in</strong> cielo, attraversò i rami dell’albero<br />

ricadendo <strong>in</strong> terra. dall’altro capo della corda una capiente cesta di vim<strong>in</strong>i penzolava <strong>in</strong>vitante, pronta all’ascesa. Si trattava soltanto<br />

di scegliere chi dovesse salire per <strong>il</strong> raccolto. Si fece avanti <strong>il</strong> vices<strong>in</strong>daco che con i suoi centoventi ch<strong>il</strong>i di peso fece gemere la cesta già<br />

prima di salire, si presentò poi zio Castaldo, dall’espettorato fac<strong>il</strong>e e frequente, non gli fu consentito di salire perché nessuno aveva<br />

portato l’ombrello, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e fu scelto fra’ Gol<strong>in</strong>o, un giovane es<strong>il</strong>e fraticello che , con l’approvazione dei presenti entrò festoso nel canestro<br />

grande abbastanza per accogliere lui e i frutti del prodigio. Il farmacista e <strong>il</strong> barbiere fecero a gara per mostrare davanti alle signore<br />

la propria forza nel tirare la fune,tanto era lo sforzo delle loro esibizioni che ad ogni strappo emettevano fragorose pernacchie, e non<br />

sempre di rauced<strong>in</strong>e. Il risultato della disputa era che fra’ Gol<strong>in</strong>o riceveva repent<strong>in</strong>i scossoni, la cesta saliva a scatti e lui rimbalzava sul<br />

fondo, si doveva aggrappare ai bordi del recipiente per non venire catapultato.<br />

Improvvisamente <strong>il</strong> cielo si <strong>il</strong>lum<strong>in</strong>ò di una luce più <strong>in</strong>tensa e dorata. Dalle foglie dell’albero f<strong>il</strong>travano alcuni raggi lum<strong>in</strong>osissimi e<br />

tutti smisero di tossire mentre a bocca aperta guardavano <strong>in</strong> alto. La cesta, f<strong>in</strong>o a poco prima brutalmente strattonata, prese a salire<br />

dolcemente, senza che nessuno dei presenti issasse la fune. Lentamente e con leggerezza fra’ Gol<strong>in</strong>o si allontanava da terra diventando<br />

sempre più piccolo mentre con la mano salutava la folla sottostante. Il prescelto era ad un passo dalle prime foglie e già <strong>in</strong>travedeva i<br />

grossi frutti rossi anche se lo stupore che provava per la sorpresa gli stava facendo dimenticare lo scopo della missione. Arrivato che fu<br />

tra le fronde com<strong>in</strong>ciò a cogliere i frutti prodigiosi ma poco dopo fu tirato f<strong>in</strong>o alla sommità della chioma. L’<strong>in</strong>tero paese che lo sosteneva<br />

da sotto ora non lo vedeva più e restò <strong>in</strong> trepida attesa col fiato sospeso.<br />

Nel frattempo, adagiato sulla chioma, <strong>il</strong> fraticello sbalordito, si mimetizzava tra i rossi c<strong>il</strong>iegioni appena colti raggomitolandosi nel fondo<br />

della cesta. Una luce accecante lo colpì per qualche secondo, f<strong>in</strong>o a quando riuscì a dist<strong>in</strong>guere sempre più nitida la figura famigliare di<br />

un religioso dall’aria bonaria e paterna. ‘Figghiu caru apperchè volessito ascendere cum scarsa comoditate f<strong>in</strong> su la guspide de l’ arborea<br />

criatura? Favellame de la cagione de siffatta visita’.<br />

Mentre l’anziano frate parlava, fra Gol<strong>in</strong>o riconosceva <strong>in</strong> lui i l<strong>in</strong>eamenti di san Celest<strong>in</strong>o, protettore dei lavoratori, ritratto nell’affresco<br />

della cappella del convento. Balbettando con grande emozione, <strong>il</strong> fraticello raccontò dei malanni polmonari dei fratelli ronchiol<strong>in</strong>i e di<br />

come avessero riposto nei frutti del gigantesco albero, la speranza di un rimedio portentoso ai loro malanni. ‘Ma fussi tu <strong>in</strong>erpicato f<strong>in</strong><br />

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