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allo scontro politico fra classi (che fra l'altro nel 1919-20 era <strong>in</strong> atto anche<br />
con risvolti spontanei), venne fuori al III Congresso dell'Internazionale<br />
Comunista. Il ricatto dei soliti riformisti e bonzi s<strong>in</strong>dacali traditori aveva<br />
prodotto <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e una specifica politica dell'Internazionale rivoluzionaria!]<br />
Bisogna che sia chiaro: noi avevamo sostenuto che occorreva sc<strong>in</strong>dere il<br />
partito e che sarebbe stato possibile un attacco rivoluzionario subito dopo la<br />
guerra, e l'avevamo sostenuto proprio mentre la guerra era <strong>in</strong> corso. Questi<br />
due punti erano <strong>in</strong>compatibili con il putridume parlamentare. Anzi, tutto<br />
ciò era molto "len<strong>in</strong>ista". La nostra era una tesi squisitamente storica, <strong>completa</strong>mente<br />
realistica, legata a "un'analisi attenta delle situazioni" come dicono<br />
coloro che ci criticano. Noi non stavamo a discutere sulla filosofia <strong>della</strong><br />
violenza o <strong>della</strong> non-violenza, se bisognava sparare o se, ricevendo il ceffone,<br />
bisognava tendere l'altra guancia. Non era l'ora <strong>della</strong> chiacchiera fra<br />
signori <strong>in</strong> doppiopetto. Era il momento <strong>della</strong> massima tensione fra le classi,<br />
di un enorme accumulo di violenza dovuto alla guerra. O il proletariato si<br />
gettava contro la borghesia, o la borghesia si sarebbe gettata sul proletariato.<br />
In quel momento noi andavamo alla piazza a mani nude, ma per menar<br />
le mani, non per fare ragionamenti. Questa situazione non sarebbe durata.<br />
Appena f<strong>in</strong>ita la guerra, gli antesignani del fascismo, gli <strong>in</strong>terventisti alla<br />
Mussol<strong>in</strong>i, non facevano altro che strillare sull'Italia dom<strong>in</strong>ata dai rossi.<br />
Raccoglievano "gloriosi combattenti", li facevano sfilare con le loro medaglie<br />
al valore, con i nastr<strong>in</strong>i delle campagne, con le loro mutilazioni. Si arrivava<br />
allo scontro, gli operai fischiavano, sputacchiavano, menavano le mani<br />
contro coloro che volevano rappresentare la "gloria" dell'immane macello.<br />
52<br />
La virulenza del parlamentarismo occidentale<br />
Era <strong>in</strong>evitabile che si venisse a formare una controffensiva, un movimento<br />
simmetrico al nostro per contenderci quella piazza che tenevamo saldamente<br />
<strong>in</strong> pugno nonostante la guerra. Come aveva dimostrato lo sciopero di<br />
Tor<strong>in</strong>o nel 1917, che aveva fatto saltare tutti i v<strong>in</strong>coli polizieschi e militari<br />
con il loro apparentemente ferreo controllo sul proletariato, ponendo<br />
quest'ultimo come elemento che lotta da pari a pari contro il suo storico antagonista.<br />
E <strong>in</strong>fatti storica era l'alternativa <strong>in</strong> ballo, un'alternativa di carattere<br />
puramente materiale che richiedeva azioni e strumenti prettamente<br />
pratici, estranei a qualsiasi "contrattazione" o "discussione". Era evidente<br />
che si poneva una scelta davanti al partito: o partecipare alle elezioni o<br />
prendere il potere prima che la borghesia armasse seriamente i suoi difensori.<br />
Mentre il movimento proletario socialista teneva la piazza e r<strong>in</strong>tuzzava<br />
gli attacchi, il partito sceglieva le elezioni. Si trattava di approfittare <strong>della</strong><br />
rabbia e dell'<strong>in</strong>dignazione del proletariato per prendere un grandissimo<br />
numero di voti e perciò di rappresentanti socialisti al parlamento. Se prima<br />
<strong>della</strong> guerra i socialisti avevano una c<strong>in</strong>quant<strong>in</strong>a di deputati, ora la situazione<br />
sociale avrebbe permesso di triplicarne il numero, cosa che nel 1919<br />
effettivamente avvenne esaltando gli elezionisti. Ma l'obiettivo che costoro