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circa la disgraziata ambiguità sorta a proposito di un <strong>in</strong>tervento <strong>della</strong> nostra<br />
delegazione, anche <strong>in</strong> rappresentanza di altri partiti. Perché ci fu questo<br />
dannato equivoco che si ripercosse poi sull'<strong>in</strong>tera nostra azione all'<strong>in</strong>terno<br />
del movimento comunista? Giova spiegarlo materialisticamente, perché è<br />
impossibile che tutto sia dovuto al discorso di Terrac<strong>in</strong>i su una manciata di<br />
emendamenti. Evidentemente era <strong>in</strong> moto l'ondata controrivoluzionaria che<br />
avrebbe travolto tutti. Questo è un <strong>in</strong>segnamento importante che deve farci<br />
riflettere sulla potenza o meno del "pensiero" delle persone. L'<strong>in</strong>dividuo è<br />
travolto dall'ondata e se ne fa portavoce, non è lui che fa la storia e non è<br />
combattendo lui che si modifica tale storia. Per questo diciamo che è importante<br />
salvaguardare la teoria, dalla quale la tattica discende. I bolscevichi<br />
non v<strong>in</strong>sero la rivoluzione perché adottarono le cellule di fabbrica, questa è<br />
solo una sciocchezza; v<strong>in</strong>sero perché riuscirono a restaurare la dottr<strong>in</strong>a dopo<br />
i disastri <strong>della</strong> socialdemocrazia. Nei consessi <strong>in</strong>ternazionali noi chiedevamo<br />
qualcosa di più che non emendamenti, regole o appelli. Pretendevamo<br />
addirittura che il partito mondiale non riflettesse più le categorie <strong>della</strong><br />
società borghese. Per questo possiamo dire chiaramente, nei confronti degli<br />
schifosissimi e luridi traditori che si sono chiamati marxisti-len<strong>in</strong>isti, specie<br />
quelli di oggi, che noi lo siamo al 99 per cento mentre a loro non resta<br />
nemmeno l'1 per cento, cioè il nome e basta. Marx e Len<strong>in</strong> sono stati uccisi<br />
al cento per cento da questi farabutti, per cui prima o poi faranno a meno<br />
anche del nome. 48 E comunque noi non utilizziamo volentieri i nomi di persona<br />
per def<strong>in</strong>irci comunisti].<br />
88<br />
Si fecero "errori"?<br />
L'impostazione programmatica di un partito rivoluzionario è come le Tavole<br />
<strong>della</strong> Legge, ogni militante aderisce volontariamente e, tessera o no,<br />
accetta quel che c'è scritto su queste tavole. Se non lo accetta non si capisce<br />
che cosa ci venga a fare. Se lo accetta e poi lo r<strong>in</strong>nega va fuori. Tutti coloro<br />
che sono per un altro sistema di tavole e perciò di pr<strong>in</strong>cipi se ne devono andare<br />
fuori. Questo fu chiarito. E fu chiarito anche il senso del nostro centralismo,<br />
che deve rispettare quella che oggi chiamiamo "doppia direzione".<br />
Per questo chiedemmo di "rovesciare la piramide", cioè di togliere l'ipoteca<br />
dello stato-partito russo sull'Internazionale e sui suoi partiti. Non lo hanno<br />
voluto fare, non hanno potuto, e il risultato è stato che l'opportunismo ha<br />
v<strong>in</strong>to la sua battaglia. La controrivoluzione ha trionfato e il capitalismo controlla<br />
tutti i paesi e la stessa Russia, ormai <strong>completa</strong>mente. Oggi è facile dire<br />
che allora si fecero errori, ma noi lo dicemmo sul momento. Len<strong>in</strong> fece errori?<br />
Lo sapeva quanto noi che la politica frontista era pericolosa, e <strong>in</strong>fatti<br />
48 È noto che nel secondo dopoguerra la S<strong>in</strong>istra Comunista pronosticò la vittoria<br />
degli Stati Uniti sulla Russia per mezzo del dollaro piuttosto che delle armi. Una<br />
"Grande confessione", cioè l'ammissione che <strong>in</strong> Russia non c'era mai stato socialismo<br />
bensì capitalismo sarebbe divenuta <strong>in</strong>evitabile.