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gua, del Partito Socialista Italiano durante la guerra fu da noi combattuta<br />

dall'<strong>in</strong>izio alla f<strong>in</strong>e. Non solo: questa lotta contro l'ambiguità e la mistificazione<br />

si è prolungata f<strong>in</strong>o al 1920 ed è stata da noi condotta <strong>in</strong> varie occasioni,<br />

riunioni clandest<strong>in</strong>e e pubbliche, assemblee e congressi, <strong>in</strong>contri organizzativi<br />

e comizi <strong>della</strong> frazione rivoluzionaria. Si sono prodotti schieramenti<br />

e <strong>in</strong> molte occasioni abbiamo avuto la maggioranza numerica, ed eravamo<br />

<strong>in</strong> maggioranza anche quando l'altra tendenza è stata messa alla direzione<br />

del nuovo Partito Comunista. Bisognerà scrivere questa storia partendo<br />

da molto <strong>in</strong>dietro, almeno dai congressi del PSI del 1900-1908 f<strong>in</strong>o al<br />

punto <strong>in</strong> cui la frazione rivoluzionaria <strong>in</strong>transigente rovescia il rapporto<br />

numerico nel partito contro la frazione riformista. Bisognerà risalire agli<br />

anni delle lotte entro la Prima Internazionale, al dissenso caratteristico dei<br />

marxisti nella lotta contro l'immediatismo piccolo-borghese, la nostra lotta<br />

contro il bakun<strong>in</strong>ismo e l'anarco-s<strong>in</strong>dacalismo. Sì, perché se Len<strong>in</strong> <strong>in</strong> Russia<br />

poteva polemizzare con 100 populisti e anarchici, noi lo dovevamo fare con<br />

100 anarchici, 300 s<strong>in</strong>dacalisti e una moltitud<strong>in</strong>e di altre correnti che <strong>in</strong><br />

Russia non c'erano.<br />

Nella nostra giov<strong>in</strong>ezza di corrente ci siamo fatti le ossa con questa lotta.<br />

La tesi errata e pericolosa era la stessa che si dovette combattere a Mosca<br />

nel 1919, nel 1920 e nel 1921, cioè che la rivoluzione potesse svilupparsi e<br />

v<strong>in</strong>cere senza il partito, sulla base <strong>della</strong> lotta s<strong>in</strong>dacale o stimolando folle<br />

raccogliticce senza alcuna struttura e senza programma. Tuttavia qui la lotta<br />

contro la vecchia società e le sue idee era più virulenta. I compagni russi<br />

non potevano nemmeno immag<strong>in</strong>are, perché non l'avevano provato, che cosa<br />

fosse qui il parlamentarismo. L'Europa occidentale, al di là delle correnti<br />

particolari, tra il 1900 e la Prima Guerra mondiale era come divisa <strong>in</strong> due<br />

grandi blocchi: riformisti di ogni risma che con diversa fraseologia sostenevano<br />

il placido evolvere dell'economia e <strong>della</strong> società verso il socialismo con<br />

relativo idilliaco tramonto del capitalismo, e rivoluzionari <strong>in</strong>transigenti a<br />

vario titolo, compresi i marxisti conseguenti, cioè noi e pochi altri. Noi abbiamo<br />

sempre lottato senza riserve contro il primo blocco, contro chi credeva,<br />

alla vigilia del grande massacro mondiale, che guerre fratricide non ce<br />

ne sarebbero più state, e fremevano d'<strong>in</strong>dignazione al sentir parlare di lotta<br />

rivoluzionaria armata, di dittatura del proletariato. Questa tendenza dom<strong>in</strong>ava<br />

per esempio <strong>in</strong> Germania, contrastata soltanto dall'ala s<strong>in</strong>istra del partito<br />

socialdemocratico tedesco, la quale raccoglieva la stima e l'apprezzamento<br />

di Len<strong>in</strong> e dei russi. Naturalmente abbiamo anche lottato contro il<br />

secondo blocco, anarchico e s<strong>in</strong>dacalista, pur avendolo al fianco nelle lotte<br />

immediate. In Francia ed <strong>in</strong> Italia, contrariamente a quanto succedeva <strong>in</strong><br />

Germania, i riformisti non erano un gran problema fuori dai congressi e dal<br />

parlamento, mentre gli anarchici e i s<strong>in</strong>dacalisti lo erano (nel PSI abbiamo<br />

avuto a che fare anche con i massimalisti, ma questi si organizzarono <strong>in</strong> corrente<br />

solo nel 1919). Erano un problema proprio nel senso che commettevano<br />

errori "<strong>in</strong>fantili" come diceva Len<strong>in</strong>. Generosi proletari, disgustati dal-<br />

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