indicatori agro-ambientali per l'agricoltura biologica - Inea
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In tutti i grafici si può notare la presenza di un incrocio tra le linee di<br />
congiungimento dei dati, dovuta al fatto che i due indici associati all’uso di<br />
energia primaria e bilancio dell’azoto crescono al crescere di inputs di<br />
materiali, e quindi evidenziano fattori tipici della conduzione convenzionale,<br />
mentre gli altri indici premiano attività più tipiche della conduzione<br />
<strong>biologica</strong>.<br />
Nel complesso (figura 4.5.1) gli <strong>indicatori</strong> che hanno mostrato più<br />
diversificazione sono quelli riferiti alla biodiversità vegetale in tutte le sue<br />
espressioni, numero di specie, di habitat e di estensione su<strong>per</strong>ficiale. Chiara è<br />
anche la diversificazione in termini di input energetici e di fertilizzanti,<br />
mentre il contenuto in carbonio e la respirazione non mostrano differenze<br />
così elevate come i primi. A mostrare le maggiori differenze tra pianura e<br />
collina sono gli indici vegetazionali associati naturalmente anche alle evidenti<br />
differenze in termini di paesaggio.<br />
Una considerazione particolare va fatta sulla sostanza organica nei<br />
suoli. Benché il giudizio sia risultato negativo, i dati hanno fatto notare come<br />
in alternativa possano essere utilizzati i valori relativi alla variabilità<br />
stagionale della concentrazione di SO. Tanto più che tale dinamicità conferma<br />
quella notata <strong>per</strong> la respirazione microbica.<br />
Considerazioni sui costi di Produzione degli Indicatori - La metodica<br />
di rilevamento ha, come prevedibile, grosse ri<strong>per</strong>cussioni sui costi di<br />
produzione del dato.<br />
A seconda della tecnica di valutazione associata all’indicatore, la<br />
valutazione dello stesso può comportare un impegno di risorse umane e<br />
finanziarie più o meno elevato, fattore che incide nella selezione degli<br />
<strong>indicatori</strong> da adottare in una determinata analisi.<br />
Il campionamento prevede una fase di determinazione dei siti da<br />
rilevare, di pianificazione delle uscite, una fase o<strong>per</strong>ativa (il campionamento<br />
vero e proprio), una di immagazzinamento (es. frigorifero) e un’analisi di<br />
laboratorio con una articolazione a sé stante (protocollo). Questo processo<br />
accomuna sia l’osservazione di grandezze fisiche che di quelle chimiche e<br />
microbiologiche dei terreni.<br />
La parte più impegnativa dal punto di vista delle risorse (umane) che<br />
devono essere simultaneamente disponibili è la prima (pianificazione) mentre<br />
quella più onerosa è senz’altro quella di laboratorio. Spesso si osserva che lo<br />
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