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Considerazioni sul Dio di Descartes 19<br />

A tal punto che se egli ci fa la grazia di rivelarci [revelet], oppure a qualcun altro,<br />

delle cose che superano la portata comune della nostra mente, come sono i<br />

misteri dell’Incarnazione e delle Trinità, noi non faremo alcuna difficoltà a crederle,<br />

benché non le intendiamo forse abbastanza chiaramente. Poiché non<br />

dobbiamo per nulla trovare strano che vi sia nella sua natura, che è immensa<br />

[immensa], e in ciò che egli fa, molte cose [multa] che superano la capacità della<br />

nostra mente [captum nostrum excedant] 45 .<br />

È nella natura di Dio, in quanto infinito, di essere conosciuto senza<br />

essere compreso; ma è anche nella sua natura di non essere ridotto a quello<br />

che la ragione conosce di lui. La filosofia pone così, fuori dei limiti del<br />

suo campo, in quanto non razionalmente deducibili, «innumerevoli» attributi,<br />

di cui Dio ha voluto che noi avessimo non la conoscenza, ma la<br />

Rivelazione 46 . Se tutti gli attributi divini fossero riducibili a un contenuto<br />

razionale, noi avremmo da fare con «qualche divinità» o «qualche idolo» e<br />

non al «vero Dio», cioè all’infinito 47 .<br />

L’opposizione fra l’intellegibile e l’incomprensibile non implica la separazione<br />

del Dio dei filosofi dal Dio della fede, ma richiede, in seno alla<br />

conoscenza stessa che noi abbiamo di Dio, di riconoscere l’esistenza di<br />

attributi, che sono inaccessibili alla ragione ma essenziali alla fede. È solo<br />

a questa condizione che il Dio della filosofia è anche il Dio della Rivelazione.<br />

Anche se Dio è chiaramente e distintamente conosciuto grazie all’idea<br />

innata che ne abbiamo, la sua natura non può ridursi al contenuto rappresentativo<br />

di questa idea. Allo stesso modo che un geometra conosce<br />

più proprietà di un triangolo di un non geometra, così il teologo ha, per<br />

mezzo della Rivelazione 48 , accesso a perfezioni divine che la filosofia non<br />

può determinare:<br />

Per il mistero della Trinità, io giudico, con san Tommaso, che esso appartiene<br />

del tutto alla fede e non si può conoscere con il lume naturale […] non nego af-<br />

45 Princìpi della filosofia, I, XXV, cit., p. 1729 (AT IX-B, 36, VIII-A, 14). Cfr. Agostino:<br />

«tranne questa regola, se qualche punto permane ancora oscuro per la nostra intelligenza, noi non<br />

cesseremo di credervi fermamente» (De Trinitate, cit., I, 1).<br />

46 Cfr. Princìpi della filosofia, I, XXVIII, in Opere 1637-1649, cit., p. 1731 (AT IX-B, 37).<br />

47 Lettera di Descartes a Chanut, Egmond, 1 febbraio 1647, cit., p. 2391 (AT IV, 607-8).<br />

48 Lettera di Descartes a Mersenne, Amsterdam, 15 aprile 1630, cit., p. 147 (AT I, 145).

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