qui - maria vita romeo
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versali. A questo punto, non potendo trovare una sicura guida morale<br />
nelle leggi, sono costretti a riporla nell’autorità degli interpreti della legge.<br />
E poiché due o cento autorità, quando sono incerte o contrastanti,<br />
non valgono più di una parimenti incerta, alla fine per i lassisti può bastare<br />
un’autorità qualsiasi per giustificare moralmente un’azione.<br />
Così il probabilismo si manifesta come logica conseguenza di alcune<br />
illogiche premesse insite nel legalismo etico: una volta ridotto il problema<br />
morale al probabilismo delle autorità, perché privilegiare, nell’incertezza<br />
delle leggi, l’autorità di Paolo o di Agostino rispetto a quella di Escobar?<br />
Perché un prete, che si trovi in peccato mortale nello stesso giorno in cui<br />
deve dire messa, deve seguire il Villalobos, che lo vieta, e non il Sànchez,<br />
che lo permette? Indubbiamente, se quel prete prende posizione alla cieca<br />
fra Villalobos e Sànchez, egli cade nell’arbitrio. Del resto, legalismo etico,<br />
probabilismo ed arbitrio sono indissolubili. Sicché ha ben ragione Pascal<br />
nel denunciare le nefaste conseguenze della “politica” del probabilismo in<br />
campo morale:<br />
Infatti, cari padri, una delle più sottili scaltrezze della vostra politica è ancora<br />
quella di separare nei vostri scritti le massime che riunite nei vostri pareri. È così<br />
che avete fissato a parte la vostra dottrina delle probabilità, che ho ripetutamente<br />
spiegato. E una volta stabilito questo principio generale, presentate separatamente<br />
delle cose che in sé possono essere innocenti, ma divengono orribili<br />
quando sono connesse a questo principio deleterio. Ne darò per esempio ciò che<br />
avete detto a p. 11 nelle vostre Imposture, e a cui devo rispondere: Che molti<br />
teologi celebri sono del parere che si può uccidere per uno schiaffo ricevuto. È certo,<br />
padri, che se l’avesse detto una persona che non segue la probabilità, non ci sarebbe<br />
nulla a ridire, poiché non sarebbe che riferire semplicemente, senza alcuna<br />
conseguenza. Ma voi, padri, e tutti coloro che seguono questa dannosa dottrina<br />
che tutto ciò che approvano autori celebri è probabile e sicuro in coscienza, quando<br />
a ciò aggiungete che molti autori celebri sono del parere che si può uccidere per uno<br />
schiaffo, che altro fate, se non mettere in mano a tutti i cristiani il pugnale per<br />
uccidere coloro che li avranno offesi, chiarendo loro che possono farlo in sicurezza<br />
di coscienza, poiché in ciò seguiranno il parere di tanti autori autorevoli?<br />
Che orrendo linguaggio, che, mentre dice che alcuni autori hanno un’opinione<br />
condannabile, è nel medesimo tempo una decisione a favore di questa opinione<br />
condannabile, e autorizza in coscienza tutto ciò che semplicemente riferisce! 16 .<br />
16 Tredicesima lettera, p. 337.<br />
Etica e politica nelle «Provinciali» 91