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98 Giuseppe Pezzino<br />
che l’origine della sua idea morale concreta è da ricercare in sant’Agostino, anzi<br />
in san Paolo, nei mistici del medioevo, nei grandi cristiani francesi del Seicento,<br />
in quella virtù, di cui il Pascal scriveva che è “plus haute que celle des pharisiens<br />
et des plus sages du paganisme”, e che sola rende possibile di “dégager l’âme de<br />
l’amour du monde, la retirer de ce qu’elle a de plus cher, la faire mourir à soi<br />
même, la porter et l’attacher uniquement et invariablement à Dieu” 21 .<br />
Di fronte ad un artificioso ed esteriore sistema di doveri e di valutazioni,<br />
dove la lettera uccide lo spirito, spicca il severo concetto pascaliano<br />
di una morale come continua sublimazione interiore dell’ideale etico cristiano.<br />
Di fronte ad un permissivismo lassista ed arbitrario, Pascal esalta<br />
l’idea agostiniana e giansenistica della charitas come principio di moralità<br />
e di libertà, da intendere correttamente non come libero arbitrio indifferente<br />
e passivo, ma come pienezza di prassi morale, che attinge vigore e<br />
fiducia dall’esperienza della grazia.<br />
Al centro della morale pascaliana, come motivo dominante e ricorrente,<br />
sta l’intimità della coscienza, il cœur cristianamente rinnovato e potenziato<br />
dall’amore di Dio. Solo al cœur, infatti, chiede ispirazione l’uomo<br />
morale nel decidere cosa si debba fare in una determinata situazione;<br />
e solamente al cœur, e non al trattato di casistica, deve guardare il confessore,<br />
perché al cœur guarda e parla Dio.<br />
Senza dubbio, come tutti i cristiani, Pascal vive nell’ineliminabile<br />
dualismo di legalismo etico e di morale evangelica, di legge divina e di intimità<br />
della coscienza. Ma la legge, mediante il concetto dell’inspiration<br />
interiore e dell’autonomia della vocation individuale, viene da Pascal talmente<br />
interiorizzata nella coscienza morale che il principio etico pascaliano<br />
sembra trasferito dall’oggettività della legge alla soggettività del cœur.<br />
In conclusione, nell’accostarci alle Provinciales avvertiamo chiaramente<br />
un severo e gagliardo e sincero sentimento dell’interiorità dei valori etico-religiosi,<br />
che non solo libera l’etica da certe bardature legalistiche, ma<br />
addirittura fa sì quest’opera pascaliana debba essere considerata, più che<br />
«une erreur de génie» 22 , un ac<strong>qui</strong>sto imperituro per la civiltà moderna ed<br />
una delle più alte espressioni della coscienza morale e religiosa.<br />
21 B. Croce, Filosofia della pratica, cit., p. 310.<br />
22 V. Giraud, La vie héroique de B. Pascal, Paris, 1923, p. 153.