qui - maria vita romeo

gioioso travaglio nella notte di fuoco. Tutto il resto è disputa per teologi
che, volendo mettere la libertà umana al primo posto e volendola salvare
a scapito della grazia, fanno credere all’uomo di essere arbitro del proprio
destino e di poter contare, di conseguenza,
sulle sole sue forze.
Le lettere che vanno dalla V alla
XVI prendono di mira la morale
gesuitica, la quale viene denunciata
dapprima con lieve ironia e poi via
via con sdegno sempre più crescente.
In esse Pascal si scaglia contro il
lassismo, difeso da alcuni gesuiti,
insinuatosi con il favore della casistica
e del probabilismo.
Com’è ben noto, la casistica
permette di adattare le prescrizioni
generali agli innumerevoli casi particolari
che l’esperienza propone
continuamente. Ora, applicare all’etica
un simile procedimento, per
quanto possa sembrare utile e necessario,
significa trascurare la diffe-
renza tra il punto di vista giuridico
e il punto di vista morale, e inciam-
Legge e coscienza morale nelle «Provinciali» 67
pare di conseguenza nel legalismo etico, che – come avverte Serini – è uno
dei pericoli dal quale l’etica deve guardarsi 14 . Il legalismo etico, infatti,
considerando il principio etico – che è essenzialmente formale – determinabile
per mezzo di concetti empirici, lo rende contingente e finito, cioè lo annulla.
Inoltre assimilando il principio etico alle norme giuridiche – il cui comandare è
sempre insieme un permettere – introduce nell’etica un concetto che le è estraneo:
il concetto di lecito, del moralmente indifferente. Concetto non solo contraddittorio,
poiché l’imperativo etico non sarebbe tale se non avesse valore assoluto
e incondizionato, ma che apre il varco alle più gravi perversioni pratiche,
14 Cfr. P. Serini, Pascal, Torino, Einaudi, 1975, p. 182.
Il gesuita Antonio de Escobar