qui - maria vita romeo
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44 Denis Kambouchner<br />
finità di creature e non ad una sola (o ad un solo genere), non essendo<br />
l’Incarnazione apparentemente che uno dei favori fra una infinità di altri<br />
di tipo e di destinatari diversi.<br />
Io inciampo, lo confesso, sull’interpretazione di questo testo, che<br />
inoltre segna retroattivamente l’assenza di qualsiasi riferimento al Cristo<br />
nella grande lettera a Chanut, che precede questa, quella del 1° febbraio<br />
1647 sull’amore di Dio, lettera alla quale questa reca un certo numero di<br />
precisazioni.<br />
Fermiamoci sul punto meno discutibile, e cioè che il Dio di Descartes<br />
resta in apparenza molto poco trinitario e del resto in fondo molto poco<br />
personale, con l’impossibilità che vi è di supporre in lui una priorità della<br />
conoscenza in rapporto alla volontà e all’azione. In quanto all’uomo, alla<br />
sua doppia natura, integra e corrotta, non appare precisamente incline alla<br />
meditazione. In breve, né il peccato dell’uomo o quello dell’angelo, né<br />
l’Incarnazione del Figlio, in quanto tale, appaiono <strong>qui</strong> come degli oggetti<br />
per una filosofia che respinge, è vero, al di fuori del suo campo di competenza<br />
tutto ciò che è dell’ordine della storia.<br />
Rileggiamo dunque ancora la lettera a Mersenne del marzo 1642 (AT<br />
III, 544; Bonpiani 1624):<br />
Bisogna notare che ciò che si conosce per ragione naturale, che è buono,<br />
onnipotente, tutto vero, ecc., può ben servire a preparare gli infedeli a ricevere<br />
la fede, ma non essere sufficiente a far guadagnare loro il cielo; poiché, per<br />
questo, bisogna credere in Gesù Cristo e alle altre cose rivelate, ciò che dipende<br />
dalla Grazia.<br />
Sul fatto che Descartes abbia voluto fare il possibile per rendere servizio<br />
alla Chiesa, sul fatto stesso che egli abbia voluto agire non soltanto<br />
da buon cristiano ma da vero cristiano, con ciò che egli chiama le Passioni<br />
dell’anima una «profondissima umiltà rispetto a Dio» (art.164) – su<br />
questi due punti, non si possono avere dubbi. In quanto alla Grazia che<br />
fa credere in Gesù Cristo, in quale misura lo ha toccato, e in quale misura<br />
lo ha accompagnato? Se essa lo ha fatto, lo ha fatto sotto forma di silenzio.