qui - maria vita romeo
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8 Laurence Devillairs<br />
L’idea è una rappresentazione della natura o dell’essenza di Dio; essa<br />
permette la determinazione di ognuno dei suoi attributi, in quanto essi<br />
«convengono» alla sua «grandezza», o alla sua stessa divinità:<br />
Come avrebbe potuto dire che Dio è infinito e incomprensibile, e che non può<br />
essere rappresentato con la nostra immaginazione? E come potrebbe assicurare<br />
che questi attributi, e una infinità di altri che ci dimostrano la sua grandezza, gli<br />
convengono, se non ne avesse l’idea? 8<br />
L’idea è fondamento della conoscenza di Dio e criterio a partire dal<br />
quale determinare le sue perfezioni:<br />
E si avrebbe un bel dire, per esempio, che si crede che Dio è e che qualche attributo<br />
o perfezione gli appartiene: sarebbe come non dire nulla, poiché ciò non<br />
porterebbe alcun significato per la nostra mente 9 .<br />
Se meditiamo l’idea di Dio o, per utilizzare un termine cartesiano, se<br />
noi facciamo riflessione [respicientes] su questa idea, sappiamo non soltanto<br />
che Dio è, ma anche e soprattutto ciò che egli è, come afferma in<br />
modo esemplare l’articolo 22 dei Principes:<br />
Questo modo di provare l’esistenza di Dio, cioè attraverso la sua idea, ha un<br />
grande privilegio: che cioè mentre ne proviamo l’esistenza veniamo al tempo<br />
stesso a conoscere chi mai egli sia, per quanto è possibile alla nostra debole natura.<br />
Infatti volgendo lo sguardo alla sua idea, nata con noi, vediamo […] che<br />
ha in sé tutto ciò in cui possiamo osservare chiaramente esservi una qualche<br />
perfezione infinita, cioè non limitata da imperfezione alcuna 10 .<br />
L’idea «rappresenta l’essenza» della cosa; l’idea di Dio rappresenta,<br />
<strong>qui</strong>ndi, Dio nella sua essenza; ed è a partire da questa rappresentazione<br />
che è possibile determinare con chiarezza e il più distintamente possibile<br />
quali siano i suoi attributi o perfezioni:<br />
18 Ivi, p. 1484.<br />
19 Ivi, p. 1485 (AT III, 394).<br />
10 «Magna autem in hoc existentiam Dei probandi modo, per ejus scilicet ideam, est prærogativa:<br />
quod simul <strong>qui</strong>snam sit, quantum naturæ nostræ sert infirmitas, agnoscamus. Nempe ad ejus ideam<br />
nobis ingenitam respicientes, videmus […] ac denique illa omnia in se habentem, in <strong>qui</strong>bus aliquam<br />
perfectionem infinitam […] clare possumus advertere» (Princìpi della filosofia, I, XXII, in Opere,<br />
cit., p. 1726, 1727; (AT IX-B, 35, VIII-A, 13).