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qui - maria vita romeo

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26 Denis Kambouchner<br />

retorico segnala abbastanza che, se franchezza cartesiana vi è, essa è ottimamente<br />

concertata e pensata.<br />

Con il problema del grado di “finezza” inerente gli scritti di Descartes,<br />

si presenta <strong>qui</strong> la grande questione del rapporto fra l’arte di scrivere<br />

di un autore come Descartes e la necessità della dissimulazione, segnatamente<br />

con le opinioni che Leo Strauss ha sviluppato nel celebre articolo<br />

del 1952 su La persecuzione e l’arte di scrivere.<br />

Per Strauss, tutti lo sanno, l’arte di scrivere degli autori classici è in<br />

sostanza un’arte della dissimulazione. Questa dissimulazione deve intendersi<br />

non in senso radicale, ma relativo, e per così dire dialettico: è quella<br />

che si verifica quando un testo contiene «in primo luogo, un insegnamento<br />

a carattere edificante», su cui si fermerà il lettore volgare o frettoloso;<br />

ma anche, in secondo luogo, «un insegnamento filosofico sull’argomento<br />

più importante, indicato soltanto fra le righe» 5 , e dunque accessibile soltanto<br />

a colui che usa attenzione e riflessione. Una tale arte di scrivere è<br />

quella che si addice ad una situazione di non libertà, in cui il vero filosofo<br />

si trova nell’impossibilità di esporre apertamente le proprie idee, salvo ad<br />

incorrere in una persecuzione che metterebbe in pericolo la sua <strong>vita</strong> e la<br />

sua stessa opera. In questa situazione, e forse anche oltre, il pensatore prudente<br />

bada di riservare ai veri amici della filosofia l’essenziale della sua comunicazione.<br />

Ciò che consiste, dunque, nel non rendersi illeggibile a tutti<br />

gli altri, ma a disporre in un discorso accessibile agli altri (essoterico), e<br />

apparentemente conforme alla loro attesa, degli indizi, delle «particolarità<br />

enigmatiche», delle irregolarità più o meno manifeste, che il lettore attento,<br />

ma solo lui, non mancherà di rilevare e di interpretare; poiché<br />

se un maestro nell’arte dello scrivere prende delle cantonate che farebbero vergogna<br />

ad un liceale intelligente, è ragionevole supporre che esse siano intenzionali 6 .<br />

Strauss evoca <strong>qui</strong> le oscurità di schema, le contraddizioni all’interno<br />

di un’opera o fra due o parecchie opere dello stesso autore, l’omissione di<br />

anelli importanti dell’argomentazione, ecc. 7 ; ma anche le «ripetizioni ine-<br />

5 A, p. 36; B, p. 69.<br />

6 A, 30; B, 63.<br />

7 A, 31; B, 64.

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