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Etica e politica nelle «Provinciali» 87<br />
I nostri autori vi risponderanno su questo meglio di me – disse –. Ecco come ne<br />
parlano tutti in generale, e fra gli altri i nostri Ventiquattro nei Principî, esame<br />
III, n. 8: Un’opinione si dice probabile, quando è fondata su ragioni di qualche rilevanza.<br />
Ne deriva talvolta che un solo dottore molto autorevole può rendere<br />
un’opinione probabile. Ed eccone il motivo nel medesimo punto: Infatti una<br />
persona dedita particolarmente allo studio, non aderirebbe a un’opinione, se non vi<br />
fosse attratta da una ragione buona e sufficiente 9 .<br />
Basta, dunque, «un seul docteur fort grave» per rendere un’opinione<br />
probabile. Anche a costo di ignorare, travisare o contrastare il messaggio<br />
evangelico o la dottrina dei Padri della Chiesa? Sicuramente sì, perché nel<br />
tempio del probabilismo c’è posto per qualunque dio. E possiamo sempre<br />
confortarci con quello che disse il celebre casuista siciliano Antonio<br />
Diana: Saepe, premente Deo, fert Deus alter opem. Se qualche Dio ci opprime,<br />
un altro ci libera 10 .<br />
Alla confusione morale del probabilismo lassista Pascal ha ben ragione<br />
di controbattere: «Io non mi contento del probabile […] io cerco il sicuro»<br />
11 . Insomma, nel dubbio morale, il Clermontese non si accontenta<br />
del probabile. E ovviamente non si accontenta della spiegazione che, con<br />
finta innocenza, gli fornisce il gesuita, citando Tommaso Sanchez:<br />
Opinione probabile è quella che ha un fondamento considerevole. Ora, l’autorità di<br />
una persona sapiente e devota è non poco considerevole, ma piuttosto molto. Infatti,<br />
ascoltate bene questa ragione, se la testimonianza di una tal persona è di gran peso<br />
nel garantirci che una certa cosa è accaduta per esempio a Roma, perché non lo<br />
sarà ugualmente in un dubbio di morale? 12<br />
Come si può notare, il paragone del gesuita Sanchez è molto affascinante,<br />
ma sicuramente micidiale per la morale: invero, una cosa è il fatto,<br />
l’avvenimento; ben altra cosa è invece il principio etico. O meglio: una cosa<br />
è l’essere; ben altra cosa il dover essere. Sicché ha ben ragione Pascal di<br />
evidenziare che, con quel paragone, si confrontano illecitamente «le cose<br />
del mondo e quelle della coscienza» 13 .<br />
19 Quinta lettera, p. 101.<br />
10 Ivi, p. 107. La frase latina riportata è di Ovidio, Tristia, 1. 2. 4.<br />
11 Quinta lettera, p. 101.<br />
12 Ivi, p. 103.<br />
13 Ivi.