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Siciliani Illustri - Mariolinopapalia.It

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Andrea D'Antoni<br />

Pittore nato a Palermo nel 1811, fu allievo di Giuseppe Patania e soggiornò a Roma e a<br />

Firenze. Tornato nel 1840 a Palermo, realizzò quadri a carattere storico, ritratti e molte opere<br />

ispirate alla Divina Commedia. Si fece notare con i dipinti Timoleonte, per il quale trasse<br />

ispirazione da Plutarco, e L'amore di Saffo preso dall' Alfieri. La sua produzione numerosa<br />

appare ispirata a un neoclassicismo scaldato da passioni romantiche. Alla Galleria d'arte<br />

moderna di Palermo si conservano una Venere dormiente, Ritratto del maestro Cutrera e il<br />

Ritratto di Giuseppe Patania. Altre sue opere si trovano al Museo di Storia Patria di Palermo,<br />

alla Biblioteca Comunale, a Santa Cita e in collezioni private. Fu maestro di Francesco<br />

Padovani, Antonio Perdichizzi e Pietro Volpes. Morì nel 1868, abitava nel palazzo di famiglia,<br />

accanto alla Chiesa della Madonna della Mazza in via Maqueda, dove una piccola lapide ancora<br />

lo ricorda.<br />

Cannelo Piola<br />

Tipografo, storico e letterato. Nato nel 181 I e morto nel 1882. La sua attività principale fu<br />

quella di poeta e scrittore, anche in siciliano, come ad esempio dimostrano una raccolta di<br />

poesie in siciliano del 1844, ed ancora Nina racconto contemporaneo in versi siciliani, del<br />

1845; La cuntintizza 'n sonnu, scherzu di Carmelo Piola, pubblicato a Palermo nella stamperia<br />

e rilegatoria di Francesco Ruffino. Un'altra opera poetica Griddu o sia lu sbannutu sicilianu, in<br />

XII canti, pubblicata a Palermo nella sua tipografia, in via Spitalettu, nel 1861 venne tradotta<br />

in italiano da Giuseppe Gazzino e data alle stampe nel 1970. Esercitò la professione di<br />

tipografo come possiamo rilevare dalle indicazioni dallo stesso fornite nei frontespizi dei libri,<br />

come ad esempio Lorenzu e Rita. Raccuntu di lu seculu XVIII, dove si firmava:<br />

«Carmelu Piola tipografu». Pubblicò Poesii siciliani di Petru Fudduni, ordinati e curretti. Fu socio<br />

di varie accademie, come la Dafnica e dei Zelanti di Acireale e quella della Storia Patria. Scrisse<br />

alcuni saggi sulla tipografia, come la Lettera al barone Vincenzo Mortillaro sulle nostre<br />

tiPografie, pubblicata a Palermo, nel 1838; Discorso intorno al/'in~uenza della tiPografia sulla<br />

letteratura, del 1841. L'ultima sua opera, scritta quasi certamente in occasione delle<br />

celebrazioni del centenario del Vespro siciliano del 1882, è Lu Vespru sicilianu Liggenna<br />

popolari di Carmelu Piola sociu di varii accademii.<br />

Vincenzo Di Marco<br />

Avvocato, patriota, uomo politico, nato il 20 gennaio 1812 e morto il 24 aprile 1881. Vissuto in<br />

una famiglia ricca di fermenti liberali (lo zio, Domenico, fu lo sfortunato protagonista della<br />

fallita insurrezione del settembre 1831), coltivò sempre l'amore per la patria e<br />

per la libertà. Esercitò la professione di avvocato con grande passione e competenza. Partecipò<br />

attivamente alla rivoluzione del 1848, fu deputato alla Camera dei Comuni del Parlamento<br />

siciliano, e successivamente ministro di Grazia e Giustizia, della Pubblica Istruzione e delle<br />

Finanze. Esiliato dopo il ritorno dei Borboni, visse a Malta e poi ad Alessandria d'Egitto.<br />

Nel 1851, ottenuta la grazia dal Re, ritornò a Palermo. Dopo la proclamazione dell'unità<br />

d'<strong>It</strong>alia, fu eletto al Parlamento nazionale, ma preferì lasciare la vita politica per dedicarsi alla<br />

sua professione. Scrisse parecchie opere di diritto, soprattutto per il Circolo giuridico, del quale<br />

era socio. Alla Biblioteca centrale della Regione siciliana è conservata una ricca raccolta di<br />

memorie difensive di sua produzione.<br />

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