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Siciliani Illustri - Mariolinopapalia.It

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Pietro Pisani<br />

Filantropo, erudito, nato nel 1760, o, secondo alcuni biografi, nel 1763 e morto il 6 luglio 1837.<br />

Di aristocratica famiglia baronale, fu appassionato di pittura e di musica (per un certo tempo<br />

amministrò il Conservatorio di musica, riformandone i criteri ispiratori e i principi educativi) e<br />

manifestò grande interesse per l'antiquaria (come allora era chiamata l'archeologia). Nel 1823,<br />

con la mansione di "uffiziale di riparti mento nella Real Segreteria", riuscì ad impedire<br />

che le metope del tempio C di Selinunte, recuperate in frammenti da due architetti inglesi,<br />

Samuel Angeli e William Harris, fossero trasportate in Inghilterra. I preziosi reperti si trovano<br />

oggi custoditi nel Museo regionale archeologico A.Salinas. Nello stesso anno pubblicò una dotta<br />

Memoria sul valore arti- Busto di Pietro Pisani. opera di Salvatore Rubino, Chiesa di San stico<br />

delle sculture rinve- Domenico nute e sull'interpretazione delle figure in esse rappresentate. Il<br />

suo nome è legato all'organizzazione del manicomio a Palermo. È noto che fino al 1802,<br />

dementi, scabbiosi e tisici vivevano in avvilente promiscuità dentro l'Ospedale di San Giovanni<br />

dei Lebbrosi. In quell'anno i malati di mente vennero separati dagli altri infelici e trasferiti<br />

nell'ex-noviziato dei PP.Teresiani ai Porrazzi, che dal 1825 assunse il nome di Real Casa dei<br />

Matti (mantenuto fino al 1870 quando venne adibito a carcere militare). Di questo edificio il<br />

Pisani assunse la direzione nell'agosto del 1824 e vi rimase fino alla morte. Si dedicò con<br />

amore e competenza alla cura dei malati, che vennero trattati con umanità ed appropriati<br />

metodi di cura. La sua fama valicò i confini d'<strong>It</strong>alia e lo stesso Alessandro Dumas lo ricordò con<br />

ammirazione ne Il conte di Montecristo. Morì di colera. È ricordato nel Pantheon di San<br />

Domenico da un busto in marmo bianco, scolpito nel 1867 da Salvatore Rubino.<br />

Giuseppe Tortorici<br />

Filologo e latinista. Nato nel 1763 e morto nel 1835.<br />

Notevoli, per lingua e stile furono le sue traduzioni di Cicerone. Fu autore di numerose<br />

pubblicazioni in cui proponeva modelli letterari classici da studiare e imitare. Tra le sue opere<br />

ricordiamo: Lettera al Pignotti sulla preferenza da dare nello scrivere allo stile degli antichi o a<br />

quello dei moderni, stampata a Palermo nel 1790; i due volumi de Le Grazie del 183 I; il<br />

Volgarizzamento del dialogo della Vecchiezza di Cicerone, pubblicato a Palermo nel 1839.<br />

Scrisse anche nel "Giornale per le scienze lettere ed arti per la Sicilia" e nelle "Effemeridi<br />

siciliane".<br />

Filippo Cammarano<br />

Librettista e compositore, ebbe fama anche come commediografo e attore. Nato il 16 agosto<br />

del 1764 dall'attore Vincenzo e da Caterina Sapuppo.<br />

Visse ed esercitò la sua attività a Napoli, dove era stato condotto in tenera età dai genitori,<br />

divenendo il capostipite di una famiglia di attori, grazie alla numerosa prole nata dall'unione<br />

con la cantante Rosalia Vitellaro. Spirito precoce, aveva scritto la sua prima commedia Rachele<br />

e Ippolita, ossia il comico inglese intorno al 1775. La sua attività di scrittore, che si coniugava<br />

con quella di attore, fu continua e costante, recependo anche istanze più colte che provenivano<br />

dal teatro del Goldoni. Fu, seguendo le orme paterne, un bravissimo ed affermato Pulci nella.<br />

Affrancò lentamente questa grande maschera meridionale dalla presenza di stimoli<br />

popolareschi, classici della farsa, facendola divenire personaggio letterario e protagonista di<br />

molte delle sue commedie: Lo sguizzero 'mbriaco, dint'a lo vascio di sie Stella, Lo bello<br />

Gasparo e basta così, Le funnacchere, Le luciane, La festa del/'archetiello. Compose la musica<br />

della farsa Uno in tre e scrisse alcuni libretti d'opera: L'inganno per amore, che venne messo in<br />

musica da Pietro Carlo Guglielmi, Il villano in angustie di Valentino Fioravanti, Il trionfo di<br />

Tomiri di Gaetano Andreozzi, L'incontro inaspettato di Francesco Antonio De Blasis. Fu anche<br />

poeta. Si ritirò dalle scene nel 1832, dopo che re Ferdinando gli concesse una ricca pensione.<br />

Non tralasciò di scrivere testi teatrali, fino a quando la morte lo colse a Napoli nel 1842.<br />

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