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Siciliani Illustri - Mariolinopapalia.It

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Ximenes Antonino Ximenes<br />

Calligrafo e disegnatore, fu scultore apprezzato benché autodidatta. Nacque a Palermo nel<br />

1829 e morì nel 1896. Iniziò a scolpire a 42 anni. La sua prima prova fu il San Giovanni<br />

Battista decollato, definita dal Lo Forte «stupenda esecuzione». In seguito realizzò numerose<br />

opere, lavorando durante le ore notturne per non sottrarre tempo al suo lavoro. Il suo<br />

Prometeo fu uno dei due lavori palermitani inviati all'Esposizione mondiale del 1873 a Vienna.<br />

Il suo Scudo del generale Garibaldi si conserva al Museo Capitolino. Il figlio Ettore, scultore<br />

prolifico e di fama, nacque nel 1855. A Palermo fu allievo dei pittori Volpes e D'Antoni e,<br />

quindi, all'Istituto di Belle Arti di Nunzio Morello dal quale apprese le basi della scultura. A 16<br />

anni ricevette la sua prima commessa dal Comune di Burgio per realizzare un monumento per<br />

la piazza principale. Nel 1872 si recò a Napoli dove frequentò il Morelli e conobbe Gemito.<br />

Trascorsi due anni nella città partenopea, l'artista vinse una pensione governativa che gli<br />

consentì di risiedere per un quadriennio a Firenze. A questo periodo sono da ascrivere il<br />

bozzetto per il Monumento a Francesco Domenico Guerrazzi, il gruppo marmoreo La rissa e il<br />

Ritratto di Gino Capponi. In seguito espose a Vienna e al Salon di Parigi del 1878. Qui vinse la<br />

medaglia d'oro per la scultura con L'Equilibrio. Passò di successo in successo, ricevendo<br />

commissioni un po' dovunque in <strong>It</strong>alia e all'estero. Ebbe una grande passione per le tematiche<br />

garibaldine e più volte ritrasse il generale Garibaldi, recandosi perfino a Caprera per<br />

riprenderlo sul letto di morte. Ideò numerose opere celebrative fra cui, a Parma, il Monumento<br />

a Vittorio Bottego e quello, grandioso, a Giuseppe Verdi, in seguito demolito. Durante la I<br />

Guerra mondiale combattè eroicamente conquistando la Medaglia d'argento al valor militare. Il<br />

conflitto divenne soggetto di molte sue opere che esaltavano lo spirito patriottico italiano.<br />

Dopo la guerra di recò a San Paolo dove eseguì il Monumento all'indipendenza del Brasile. A<br />

New York progettò invece il Monumento a Giovanni da Verrazzano e quello a Dante. A Palermo<br />

non si trovano sue opere di grandi dimensioni. Lo scultore morì a Roma nel 1926.<br />

Salvatore Tomasino<br />

Attore dialettale, vissuto nel secolo XIX e morto dopo il 191/. Interpretò efficacemente la<br />

maschera di Pasquino Tataranchiu, esprimendosi in una satira sociale e politica. Si dice che<br />

durante la recitazione, nel far ridere, ridesse anch'egli. Recitò nei maggiori teatri italiani ed<br />

oltre che come attore comico, si esibì nell'operetta e nel melodramma. Prima di lui, altri<br />

interpreti di Pasquino erano stati Giuseppe Colombo dei baroni Andolina Passalacqua di<br />

Castronovo, direttore e animatore della compagnia del teatro San Ferdinando, e il genero di<br />

questi, Giuseppe Balsamo.<br />

Giacomo Armò<br />

Magistrato, uomo politico, nato il 29 settembre 1830 e morto il IO giugno 1909. Percorse tutti i<br />

gradi della carriera giudiziaria, cui si era dedicato fin dal conseguimento della laurea. Nel 1880<br />

divenne primo presidente della Corte d'Appello di Catanzaro, e successivamente primo<br />

presidente e procuratore generale della Corte di Cassazione di Palermo. Nel 1890 fu nominato<br />

senatore del Regno e, nel 1893, ministro di Grazia e Giustizia. Ricevette le onorificenze di gran<br />

cordone degli Ordini dei SS. Maurizio e Lazzaro e della Corona d'<strong>It</strong>alia. Per la sua integrità e<br />

l'incisività della sua parola, fu definito il «Mosé del foro siciliano». È ricordato da un busto<br />

marmoreo, opera di Mario Rutelli, esposto nella Galleria d'Arte Moderna Empedocle Restivo.<br />

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