Siciliani Illustri - Mariolinopapalia.It
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ROBERTO STAGNO<br />
Si chiamava Vincenzo Andreoli Stagno. Nacque a Palermo l' 11 ottobre 1840. Era di bello ed<br />
elegante aspetto e nasceva da una famiglia nobile, agiata, aveva studiato legge, era un<br />
collezionista d'arte, possede¬va ville splendide. Nonostante fosse avversato in famiglia dal<br />
padre, che trovava la carriera disdicevole, riuscì con tenacia ad imporsi. Studiò dap¬prima a<br />
Palermo con Cantelli (maestro anche di Sammarco) e poi a Milano cori Lamperti.<br />
Nel 1862 fece il suo debutto a Lisbona nel ruolo di Rodrigo dell'Otello rossiniano mentre nel<br />
1865 fu Faone nella Saffo di Pacini.<br />
Ottenne vivo successo al Real di Madrid nel Roberto il Diavolo di Meyerbeer, sua opera<br />
preferita. Il 1868 lo vide presente al teatro Bolscioi di Mosca; dal 1870 iniziò la sua carriera<br />
italiana debuttando all'Apollo di Roma negli Ugonotti, Trovatore e Otello di Rossini; non cantò<br />
mai alla Scala.<br />
Dal 1879 lo troviamo a Buenos Aires. I suoi personaggi preferiti furono Don Ottavio, Raoul<br />
degli Ugonotti; Pollione, Elvino, Poliuto, Faust, Manrico, Otello (Rossini), Gennaro della Borgia,<br />
Radames e Lohengrin.<br />
Fu con Masini e Gayarre uno dei tre ultimi tenori romantici inter¬prete di riferimento del Grand<br />
Opéra di Meyerbeer di cui cantò anche L'Africana.<br />
Incarnò l'eroe romantico dotato di una voce assai estesa, capace di spaziare dal conte di<br />
Almaviva di Rossini all'Otello di Verdi.<br />
Come cantante era di eccezionale statura, eseguiva magistralmen¬te le agilità disponendo di<br />
una mezzavoce dolcissima e si giovava di acuti lucenti e timbrati. Nel 1883 abbandonò la<br />
moglie e i sei figli e si unì a Gemma Bellincioni, grandissima cantante-attrice che lo persuase<br />
ad interpretare l'opera verista, non a caso fu il primo interprete della Cavalleria Rusticana di<br />
Mascagni.<br />
Fu l'unico tenore di quel tempo che abbracciò un repertorio senza limiti, dalle opere antiche a<br />
quelle contemporanee.<br />
Il mago siciliano, come lo chiamavano i suoi ammiratori spagno¬li, poteva permettersi di<br />
sospirare soltanto metà della sua parte per canta¬re veramente l'altra metà e sollevare a suo<br />
piacere in due o tre momenti l'entusiasmo del pubblico.<br />
Scelse come dimora preferita il suo palazzo di Margellína, a Napoli che sembrava una reggia<br />
per gli addobbi aristocratici e preziosi.<br />
Vi passò giorni felici, ma fu assai doloroso il doverlo abbandona¬re allorchè fu messo in<br />
vendita con tutti i tesori che conteneva. L'uomo aveva troppo amato e sofferto; la fatica, le<br />
preoccupazioni della vita e del teatro lo avevano logorato continuamente, tuttavia lottò come<br />
un gladia¬tore dei tempi antichi e mori sull'arena col cuore spaccato.<br />
Morì a Genova il 26 aprile 1897.<br />
Salvatore Aiello<br />
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