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Siciliani Illustri - Mariolinopapalia.It

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Giuseppe Samonà<br />

Illustre architetto e teorico dell'architettura nato a Palermo 1'8 aprile 1898 da Carmelo e da<br />

Adele Monroy di Pandolfina. Dopo la laurea in Ingegneria civile, inizia la sua carriera<br />

universitaria a Messina. Più tardi conseguirà anche la laurea in Filosofia. Dal 1936 al 1971 è<br />

docente presso l'ateneo di Venezia: prima come professore ordinario di Elementi di architettura<br />

e rilievo dei monumenti e, quindi, di Composizione architettonica. Sebbene sia vissuto fuori<br />

dalla Sicilia, non ha mai dimenticato le sue origini tornando spesso nell'isola, dove si trova una<br />

parte consistente dei suoi progetti. Durante la sua permanenza in Sicilia, negli anni '30, prende<br />

parte a numerosi concorsi fra i quali quelli per la Cattedrale di La Spezia, il palazzo di Giustizia<br />

di Campobasso e la Palazzata di Messina. Nel dopoguerra progetta e realizza numerosi edifici<br />

pubblici e privati, dando un contributo fondamentale con le sue teorie alla riflessione che si<br />

andava conducendo sul ruolo e sul mestiere dell'architetto. Tra le sue opere ricordiamo il<br />

palazzo dell'lna a Treviso e quello per l'lnail a Venezia, il quartiere Incis a Padova. Ancora fra le<br />

sue realizzazioni più importanti sono da menzionare il centro direzionale di Torino, gli edifici<br />

della Camera dei deputati, la sede della Banca d'<strong>It</strong>alia di Padova. Mentre dei lavori siciliani<br />

vanno citati il villino Scimemi (Mondello), il quartiere sperimentale di Borgo Ulivia, gli uffici<br />

Enel e le ville di Falconarossa (Baida) a Palermo, il centro civico di Gibellina, il teatro e il piano<br />

territoriale per la zona alberghiera di Sciacca.<br />

Agli anni '60 sono da ascrivere alcuni importanti interventi di pianificazione urbanistica come i<br />

piani regolatori di Messina, di Milazzo e di Cefalù, i piani urbanistico comprensoriale del Vajont<br />

e territoriale di coordinamento della Regione Veneto. Seguono il piano particolareggiato per<br />

Montepulciano e gli studi per il piano del centro storico di Sciacca, in cui verifica e sperimenta<br />

le linee teoriche che costituiranno il perno dell'elaborazione del piano programma del centro<br />

storico di Palermo, redatto con gli architetti Di Cristina, De Carlo e Scianna Borzì, che<br />

costituisce in qualche modo il suo ultimo, (peraltro ignorato), grande contributo alla cultura<br />

architettonicourbanistica italiana. Giuseppe Samonà è morto nel 1983.<br />

Salvatore Allegra<br />

Compositore, nato il 13 luglio 1898, allievo al Conservatorio di Palermo, di Cilea e Favara, è<br />

stato presidente della Cassa Nazionale Assistenza Musicisti e segretario del Sindacato<br />

nazionale Musicisti. Ha scritto: le opere Ave Maria; I viandanti, Il medico suo malgrado. le<br />

operette La maschera nuda; Mademoiselle Ultra; La fiera dell'Impruneta; il gatto in cantina;<br />

Cappuccetto rosso. Inoltre: musica da camera e per film.<br />

Maria Accascina<br />

Storica dell'arte, nata a Napoli il 28 agosto 1898 e morta a Palermo il 31 agosto 1979. Nata<br />

da una famiglia originaria di Mezzojuso stabilitasi a Palermo pochi anni dopo la sua nascita, nel<br />

nostro ateneo conseguì la laurea in Lettere nel 1922, ottenendo subito l'incarico di insegnare<br />

Storia dell'arte nel liceo Umberto I.<br />

Conseguito il diploma presso la Scuola di perfezionamento in storia dell'arte medievale e<br />

moderna annessa all'Università di Roma, nel 1928 venne destinata al Museo Nazionale di<br />

Palermo con l'incarico di ordinarne la sezione medievale e moderna, e da tale impegno scaturì<br />

una serie di scritti di grande respiro pubblicati per lo più nel «Bollettino d'Arte del Ministero<br />

della Pubblica Istruzione». Nel 1937 promosse ed organizzò una mostra sull'arte sacra nelle<br />

Madonie per richiamare l'attenzione degli studiosi sulla presenza di opere d'arte prodotte da<br />

siciliani quasi del tutto ignorate.<br />

Contemporaneamente, tra il 1934 e il 1941, collaborò al «Giornale di Sicilia» come critico<br />

d'arte. Conseguita la libera docenza, tenne la cattedra di Storia dell'arte medievale e moderna<br />

nelle università di Roma, Cagliari e di Messina, dove giunse nel 1949, e dove le venne affidata<br />

anche la direzione del Museo Nazionale. Dal 1964, anno in cui lasciò direzione del museo ed<br />

insegnamento, si dedicò col massimo impegno ai suoi studi prediletti sull'oreficeria siciliana, e<br />

poté pubblicare le sue due opere più importanti: Oreficeria di Sicilia dal XII al XIX secolo<br />

(Palermo, 1974) e I marchi dell'oreficeria e argenteria di Sicilia (Busto Arsizio, I 976). Altre sue<br />

opere che meritano di essere ricordate sono: Ottocento siciliano. Pittura (Roma, 1939) e Profilo<br />

dell'architettura a Messina dal 1600 al 1800 (Roma, 1964).<br />

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