Siciliani Illustri - Mariolinopapalia.It
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Nicolò Giannone<br />
Pittore, allievo di Salvatore Lo Forte, nacque nel 1848.<br />
Grazie all'intervento del Comune potè recarsi a Roma e a Firenze per approfondire gli studi<br />
pittorici.<br />
Fu amico di Michele Catti. Un suo dipinto dal titolo L'interno della Cappella Palatina, fu esposto<br />
alla Mostra artistica di Palermo nel 1887, riscuotendo unanimi consensi. Un suo Studio dal<br />
vero, esposto alla Mostra nazionale del 1891 fu acquistato dalla Real Casa.<br />
Affrescò con Giarrizzo e Padovani il portico pompeiano del Politeama Garibaldi. Morì nel 1915.<br />
Gaetano La Riza<br />
Scultore in legno e intagliatore, nato nel 1848.<br />
Rimase orfano perché il padre Salvatore, computista di Casa Reale e amministratore della<br />
Commenda di Monreale, fu avvelenato per ragioni politiche, insieme al barone Riso. Ricoverato<br />
nel Collegio Ventimiliano, quando ne uscì trovò lavoro presso la bottega di un artigiano. Ben<br />
presto però aprì uno studio da solo, incoraggiata da Girolamo Ardizzone, il fondatore del<br />
«Giornale di Sicilia». Scolpì Crocifissi che riproducevano le fattezze del Frate Umile da Petralia.<br />
Realizzò statue di Madonne e di Santi per varie chiese del territorio palermitano. Sono di sua<br />
mano le figure allegoriche femminili del palco reale del teatro Massimo. Le sue opere non sono<br />
firmate.<br />
Morì vecchio a Palermo.<br />
Giuseppe Tasca Lanza<br />
Uomo politico, nato a Palermo il 3 giugno 1849 e morto nel 1917. Protagonista della vita<br />
politica cittadina a cavallo dei due secoli, apparteneva ad una famiglia aristocratica. Il padre,<br />
Lucio Mastrogiovanni Tasca e Nicolosi, era conte d'Almerita, e la madre, Beatrice Lanza e<br />
Branciforte, apparteneva alla nobile prosapia dei principi di Trabia e duchi di Camastra. Suoi<br />
nipoti erano: Alessandro Tasca Filangeri (figlio del fratello Lucio, principe di Cutò), chiamato<br />
per la sua appartenenza al partito socialista «il principe rosso», il conte Romualdo Trigona<br />
(marito della nipote Giulia Tasca Filangeri), sindaco della città dal 1909 al 1910, e Giuseppe<br />
Lanza di Scalea (figliO della sorella Rosa, sposata con Francesco Lanza e Spinelli, principe di<br />
Scalea), anch'egli sindaco di Palermo, dal 1920 al 1924.<br />
Nel 1876 sposò la nobildonna Annetta Bordonaro Chiaramonte e dal matrimonio nacque il figlio<br />
Lucio, importante esponente del movimento separatista nell'isola e primo sindaco di Palermo<br />
dopo la caduta del fascismo. In occasione del matrimonio, ottenne in dono dalla madre la<br />
bellissima villa Camastra, che da lui prese nome di villa Tasca, dove egli impiantò un'azienda<br />
agricola, fra le più avanzate tecnologicamente di tutta la Conca d'oro.Vi coltivò agrumi, viti e<br />
gelsi.<br />
Produsse industrialmente il vino Camastra, che ottenne la medaglia d'oro all'Esposizione di<br />
Roma del 1897; allevò bachi (con rendimenti superiori del 2040 per cento rispetto agli<br />
allevamenti lombardi), vacche svizzere e danesi, cavalli inglesi e api. Fu sindaco di Palermo per<br />
tre volte, precisamente dal 2 giugno 190 I al 28 dicembre 190 I , poi dal 18 aprile 1902 al 25<br />
dicembre 1903, e, infine, dal 14 marzo 1906 al IO lugliO 1907. Fu anche eletto senatore del<br />
regno.<br />
Durante la sua amministrazione venne decisa la municipalizzazione del gas, avvenne la posa<br />
della prima pietra del grande mulino municipale (maggio 1906) alla presenza dei sovrani, e fu<br />
istituito il servizio di refezione scolastica.<br />
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