Siciliani Illustri - Mariolinopapalia.It
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Antonio Gambara<br />
«Magister marammae», ricevette nel 1423 dall'arcivescovo Ubertino de Marinis l'incarico di<br />
abbellire il lato meridionale della Cattedrale di Palermo con un portico. Il portico, in stile<br />
gotico-catalano, venne terminato intorno al 1426, ponendo in relazione la mole del Duomo con<br />
il piano antistante e il Cassaro. L'artista morì prima del 1442. Giovanni, probabilmente figlio di<br />
Antonio, alla metà del Quattrocento realizzò una finestra per il Palazzo Arcivescovile ed eseguì,<br />
su incarico di Pietro Speciale, un altare per la Cattedrale, oggi non più identificabile.<br />
Giuliano Majali<br />
Monaco benedettino, filantropo, beato, nato nel 1387 e morto il 4 ottobre 1470 nel Monastero<br />
delle Ciambre sopra Borgetto. Celebre per la sua facondia, ebbe il grande merito di fondare un<br />
solo grande ospedale e di riunire in esso le funzioni dei numerosi piccoli ospedali sparsi nella<br />
città, divenuti inadeguati ed inefficienti. Sostenuto dal Senato, ottenne, nel 1431,<br />
l'autorizzazione dal Giuliano Majali re Alfonso V di trasferire nel Palazzo Sclafani il nuovo<br />
ospedale (chiamato Ospedale grande e nuovo), di cui fu rettore e di cui scrisse i Capitoli, con i<br />
princìpi che ne regolavano l'attività.<br />
Ricoprì anche incarichi di fiducia per conto dello stesso Re e del pontefice Eugenio IV. Morì in<br />
odore di santità. È ricordato da un bel monumento nel Pantheon di S. Domenico, opera di<br />
Valerio Villareale.<br />
Nicolò Tedeschi<br />
Benedettino, giurista, arcivescovo di Palermo. del suo cognome si conoscono anche le versioni<br />
Tudeschi e Tudisco. Si contendono i suoi natali sia Palermo che Catania. Nacque nel 1389 e<br />
morì a Palermo nel 1445.<br />
Fu chiamato l'abate palermitano e Lucerna juris, per la grande autorità che dimostrò in tema di<br />
diritto canonico. Si laureò a Padova e subito dopo si trasferì a Bologna, dove fu «lettore» (cioè<br />
docente) di diritto canonico. Aprì una Scuola di diritto canonico a Siena e successivamente a<br />
Parma, a Bologna, a Firenze. Il papa Eugenio IV lo nominò arcivescovo di Palermo nel 1434 e<br />
l'antipapa Felice V cardinale. Ebbe parte notevole nel Concilio di Basilea (1431-49), dove<br />
sostenne l'autorità del Concilio sul Pontefice stesso, opponendosi comunque al decreto della<br />
sua deposizione. Lasciò varie opere, discorsi canonici, trattati giuridici, tra cui il famoso<br />
Trattato del Concilio di Basilea, pubblicato postumo e che venne messo all'indice dei libri<br />
proibiti.<br />
Antonio Beccadelli, «il Panormita»<br />
Poeta, umanista nacque nel 1394. Della nobile famiglia dei Beccadelli di Bologna, visse<br />
girovago presso varie corti italiane. Fu a Firenze, a Padova, a Siena, a Roma, a Pavia, ed in<br />
quest'ultima città ebbe l'incarico di insegnare Eloquenza. Durante il periodo pavese (il più felice<br />
della sua Vita) scrisse i commenti alle otto Commedie di Plauto (le sole conosciute allora) e le<br />
Epistole ga/licae, nelle quali viene rievocata la vita festosa e gioiosa condotta a Pavia. Inviato.<br />
nel 1442, come ambasciatore a Parma presso l'imperatore Sigismondo, vi fu incoronato poeta<br />
con la tradizionale corona d'alloro. Passato a Napoli, alla corte del re Alfonso il Magnanimo, ne<br />
divenne educatore, consigliere e uomo di fiducia. L'opera che diede fama universale è<br />
Hermaphroditus, una silloge di 79 epigrammi in latino, arguta e salace, composta nel 1425 a<br />
Siena, i cui contenuti erotici, e talvolta licenziosi, scatenarono approvazioni e condanne a<br />
seconda dei punti di vista.A Napoli organizzò convegni letterari che si tennero dapprima nella<br />
corte del Re e poi nella sua casa, il «Porticus», trasformata in Accademia (la celebre Accademia<br />
Antoniana, detta poi Pontaniana, dal nome dell'umanista Gioviano Pontano, che gli successe).<br />
Morì nel capoluogo campano il 19 gennaio 1471.<br />
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