Siciliani Illustri - Mariolinopapalia.It
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Maria Giacchino Cusenza<br />
Pianista e compositrice nata il 12 ottobre 1898 e morta il 6 agosto I 979.Dopo aver iniziato<br />
privatamente gli studi con Paolo Dotto, fu allieva al Conservatorio di Palermo di Alice Ziffer<br />
Baragli e si diplomò in pianoforte a 17 anni. In seguito. nel '36, si diplomò in composizione<br />
sotto la guida di Mario Pilati. Perfezionatasi con Guido Alberto Fano, si dedicò alla carriera<br />
concertistica (solistica, in duo, in trio, in quintetto), didattica e alla composizione. Costituì nel<br />
'44 la Società dei Concerti del Conservatorio e fu socia fondatrice della Società scrittori e artisti<br />
sorta l'anno successivo. All'attività concertistica, in varie città italiane e alla Radio, si aggiunse,<br />
dal '26, l'insegnamento al Conservatorio tenuto ininterrottamente fino al '70. Nel suo catalogo<br />
com positivo, oltre a opere didattiche e a numerosi piccoli pezzi pianistici, risultano, per<br />
pianoforte: Basso ostinato, Corale e Variazioni in memoriam, Studio esatonico, Studio<br />
canonico, Trittico ericino, Studio sinfonico, Sonata in un tempo, oltre a varie pagine<br />
cameristiche, Iffgenia in Aulide per soli e orchestra, Tema e variazioni per piccola orchestra,<br />
Vivacissimo per orchestra.<br />
Gianni Carramusa,<br />
«Musacara» Nato nel 1898, Musacara, nome d'arte tratto dall'anagramma del cognome, fu<br />
incoraggiato da Pippo Rizzo a sposare la causa futurista. Era, infatti, cognato del pittore di<br />
Corleone, che nel '24 ne aveva sposato la sorella Maria. Nel giugno del '27, alla Mostra<br />
nazionale futurista di Palermo, inaugurata da Marinetti al circolo Il Convegno, l'artista presentò<br />
due opere Balil/a e I patetici.<br />
Dopo il 1930, «sopiti gli ardori futuristi», (Alba Rizzo, Palermo, Marzo 1991), si chiamò di<br />
nuovo Carramusa.<br />
Prese parte alla Il guerra mondiale e, negli anni '50 e'60, espose in Sicilia in molte mostre<br />
collettive i suoi fiori, sempre più tristi. Si spense nel maggio del '68.<br />
Alfonso Amorelli<br />
Pittore nato nel 1898, trascorse gran parte della sua infanzia a Sambuca di Sicilia, paese<br />
d'origine della sua famiglia. Tornato a Palermo nel 1920, dopo l'esperienza della guerra, prese<br />
parte a tutte le più importanti mostre del periodo. Valente decoratore, appartengono agli anni<br />
'30 gli affreschi della Galleria delle Vittorie in via Maqueda a Palermo, oggi molto compromessi<br />
e quelli dell'Aula Magna e della sala del Rettore all'Università di Palermo, oggi sede di<br />
Giurisprudenza.<br />
Affrescò chiese e delegazioni comunali dei borghi rurali, fra questi da ricordare il Borgo Fazio<br />
nel trapanese progetto da Luigi Epifanio. Sono di sua mano i manifesti dell'Istituto del Dramma<br />
antico di Siracusa dal 1954 al 1968, le decorazioni dell'Extrabar Olimpia in via Ruggero Settimo<br />
(recentemente distrutte), del Bar dell'Albergo Mediterraneo e di tanti altri edifici per<br />
abitazione. Ha scritto di lui Gemma Salvo Barcellona: «L'arte fu per lui evasione, soluzione di<br />
problemi di luce, di ritmi, di forme e di colori, però questi erano accompagnati da una singolare<br />
osservazione ironica che denunziava i limiti della condizione umana, irridente del concetto del<br />
superuomo». L'artista morì nel 1969. La moglie Hertha Schaeffer fu anche lei pittrice. Prese<br />
parte ad importanti mostre in <strong>It</strong>alia e in Germania.<br />
TULLIO PASQUALE<br />
Nato a Palermo nel 1899, morto a Palermo nel 1972.<br />
Laureatosi in Matematica pura nel 1921 presso l’Università di Palermo, fu assistente di ruolo di<br />
Geodesia presso la stessa Università per un breve periodo, poi docente a Noto e<br />
successivamente a Trapani. Divenuto Preside dal 1932, fu assegnato in prima nomina a Nuoro,<br />
dopo a Termini Imerese e poi a Palermo nel 1935, dove fu il primo Preside dell’Istituto<br />
Magistrale “Finocchiaro Aprile” da poco istituito. Durante il secondo conflitto mondiale<br />
continuò la sua attività a Tripoli e poi a Torino, in qualità di Preside del Liceo Classico “Massimo<br />
D’Azeglio”. Nel 1944, tornato a Palermo, divenne Preside del Liceo “Garibaldi” realizzando il<br />
progetto di dare una sede propria all’Istituto e riprendendo la pubblicazione dell’Annuario del<br />
Liceo, interrotta nel 1930. Durante i suoi venticinque anni di incarico, diede un notevole<br />
contributo allo sviluppo della scuola consapevole del ruolo che essa ha per la crescita morale,<br />
sociale e politica di un paese. Caratterizzato da una naturale modestia, manifestò dedizione<br />
per la scuola ed impegno concreto nella risoluzione delle problematiche scolastiche dando<br />
esempio di attaccamento e vera vocazione per tale istituzione.<br />
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