Siciliani Illustri - Mariolinopapalia.It
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Albert Ahrens<br />
Nato a Varel (Amburgo) e morto a Palermo il 17 Maggio del 1938. Tedesco di nascita ma<br />
italiano d’adozione, industriale e commerciante, rappresenta uno dei massimi esponenti di<br />
quella nuova classe sociale che meglio rappresentò la Palermo fin de siècle. Legato da sincera<br />
amicizia ai Bordonaro, ai Fatta, agli Airoldi ed ai Daneu, Albert fu un abile economo, capace di<br />
diversificare i suoi investimenti alla stregua dei Florio e degli Ingham.<br />
Basò la sua fortuna non solo sulla produzione del Marsala, premiato con il diploma d’onore<br />
all’Esposizione Universale che si tenne a Palermo nel 1891-92, ma anche sul commercio di<br />
tessuti con la sua sede di rappresentanza in via Meli e sulla produzione di mobili che gli valsero<br />
ben due medaglie d’oro, una a Palermo nel 1902-3 e l’altra a Catania nel 1907.<br />
La Ahrens e & c. officine mobili ebbe, invece, come esposizione i negozi di via Ruggero<br />
Settimo, mentre l’opificio era situato in via dei Cassari; produzione improntata su uno stile<br />
semplice con legni chiari e linee squadrate maggiormente evocante il biedermaier piuttosto che<br />
il liberty floreale dominante a Palermo in quel periodo.<br />
Eclettico nell’animo, progettò personalmente la villa-opificio a San Lorenzo dove visse e operò<br />
fino alla morte e dove rimane, quale testimonianza del marchio depositato del Marsala, lo<br />
stemma rappresentato da un’aquila recante nel petto uno scudo con la stella a sei punte (a<br />
memoria delle sue origini ebraiche) accompagnata dal motto, in dialetto amburghese, “Avanti<br />
sempre”, un’espressione che bene traduce la sua tenacia e determinazione.<br />
Console dell’Uruguai per lungo periodo, ebbe gli uffici in via Roma, tenendo come locali di<br />
rappresentanza quelli della sua abitazione nella villa a San Lorenzo. In seguito alla morte dei<br />
figli maschi cedette nel 1919 lo stabilimento enologico all’esercito, che finì per inglobare anche<br />
la villa dopo la morte di Albert.<br />
Pur simpatizzando inizialmente per il partito fascista, nel 1934 tolse il distintivo identificativo<br />
del partito dal bavero, perché in disaccordo con l’alleanza tra l’<strong>It</strong>alia di Mussolini e la Germania<br />
di Hitler. Da lì a poco l’emanazione delle leggi razziali, un anno dopo la sua morte, confermò<br />
sfortunatamente i suoi sospetti e contribuì in modo determinante alla crisi definitiva dell’impero<br />
economico da lui creato.<br />
Francesco Paolo Patricolo<br />
Salvo Licata<br />
Giornalista, scrittore, poeta, attore, sceneggiatore. Uomo di grande personalità, di profonda<br />
generosità intellettuale ed umana. Uomo dai mille umori ed amori.<br />
Come quello per la poesia: già a diciotto anni scriveva testi secchi e profondi poi raccolti ed<br />
editati dal Teatro Biondo sotto il titolo Codice Levi. Inizia la sua carriera di giornalista a «L'Ora»<br />
diretto da Vittorio Nisticò. Fa cronaca nera e cronaca bianca, che ama molto di più.<br />
Racconta la città, i suoi quartieri popolari, i suoi personaggi, storie di vecchi, donne, uomini<br />
delle borgate.<br />
Poi dirige le cronache dalle province siciliane e comincia la sua collaborazione con la scrittura<br />
teatrale. Nel '65, scrive, con Antonio Marsala, i testi del primo cabaret politico della città, quei<br />
Travaglini di via XX Settembre da cui nacque una generazione di attori e di intellettuali<br />
impegnati nella ricostruzione morale e civile di Palermo. Scrive anche i testi delle belle canzoni<br />
di Ignazio Garsia. Dopo dieci anni passa, da caporedattore, al «Giornale di Sicilia», in seguito<br />
dirige l'emittente Tgs. Continua il suo impegno per il teatro. Dai Triunfì di Santa Rosolia scritti<br />
per il Festino alla prima vera opera teatrale Soirèe, poi Cagliostro, La Ballata del sale,<br />
Bambulè, La città azolo. Con il puparo Mimmo Cuticchio produce, per la Zattera di Babele, due<br />
testi La visita guidata e L'Urlo del mostro, e per la Facoltà Teologica di Palermo insegna<br />
Comunicazioni di massa. Un impegno che accende la sua spiritualità.<br />
Negli ultimi anni, malato, continua a scrivere: racconti, poesie, aforismi, riflessioni legate alla<br />
città vecchia e a quella degli anni novanta. Sua figlia Costanza canta oggi a teatro le canzoni<br />
scritte da suo padre. Nato nel 1937 muore il I aprile del 2000.<br />
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