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Siciliani Illustri - Mariolinopapalia.It

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Giuseppe Leggio<br />

Divulgatore, scrittore ed editore di letteratura cavalleresca, nato il 19 marzo 1870 e morto il 7<br />

gennaio 1911. Da giovanissimo conobbe Paliddu Camarda, un cantastorie delle vicende dei<br />

paladini, che si esibiva per le vie del Borgo vecchio, e Antonino Pernice, rinomato oprante (o<br />

puparo) che dava le rappresentazioni dell'Opera dei pupi nel suo teatri n o di via Collegio di<br />

Maria al Borgo. Queste conoscenze svegliarono in lui la passione e l'amore per i poemi ed i<br />

romanzi cavallereschi. Entrò successivamente in società con Giuseppe Piazza, noto gestore di<br />

un'edicola ai Quattro Canti di città, che svolgeva anche un'attività di editore di opere popolari,<br />

di romanzi d'appendice, di vite di santi e di storie di paladini (celebri le dispense di Reali di<br />

Francia, apparse nel 1885).<br />

Dissociatosi in un secondo tempo dal Piazza, scrisse, rielaborò e stampò in proprio romanzi<br />

popolari e cicli di storie di contenuto cavalleresco. All'inizio del secolo XX, egli era diventato<br />

l'autore popolare più letto dai siciliani sia in patria che all'estero. Nel 189596 curò una nuova<br />

edizione della celebre Storia dei paladini di Giusto Lo Dico, che pubblicò in tre volumi con il<br />

titolo Storia dei paladini di Francia cominciando dal re Pipino fino alla morte di Rinaldo con<br />

l'aggiunta di altri famosi autori. Delle numerose sue pubblicazioni ricordiamo qualche titolo: /I<br />

Guido Santo e i discendenti di Carlo Magno; L'assedio di Troia; Istoria di Trabazio; Rinaldino; Il<br />

figlio di Ricciardetto; La vera storia di Mago Merlino; Istoria dei cavalieri della Gran Bretagna;<br />

Istoria di Guerino detto il Meschino. Inoltre lasciò parecchi romanzi incompiuti. AI suo nome è<br />

intitolata la Biblioteca del Museo internazionale delle marionette «Antonio Pasqualino», sita in<br />

via Butera I.<br />

Edoardo Alfano<br />

Erudito, critico, giornalista, nato il 24 agosto 1870 e morto il 18 marzo 1832. Appassionato<br />

studioso delle opere di Giovanni Meli, scrisse alcuni apprezzati saggi critici: Giovanni Meli non<br />

fu abate (1914), /I testamento di Giovanni Meli (1915), Studi e documenti su Giovanni Meli<br />

(1919-22). In qualità di capo ufficio al Municipio di Palermo, diresse la «Rivista del Comune di<br />

Palermo». Pubblicò anche alcuni volumetti di prose narrative, una guida ai monumenti di<br />

Palermo (Palermo in tasca), una guida della Sicilia in inglese (Sici/y, the pearl of the<br />

Mediterranean) ed uno Stradario di Palermo (1908), con cenni biografici degli uomini illustri<br />

ricordati nelle vie cittadine.<br />

Ernesto Lugaro<br />

Medico psichiatra, nato il 26 ottobre 1870 e morto a Salò (BS) il 15 febbraio 1940. Dopo<br />

essersi laureato in Medicina nell'Università di Palermo (1894) fu aiuto nella Clinica di malattie<br />

nervose e mentali all'Istituto di studi superiori di Firenze. Fu quindi titolare della cattedra di<br />

Clinica delle malattie nervose e mentali nelle università di Modena e di Torino. Le sue<br />

pubblicazioni vertono su argomenti di neuropatologia e di psichiatria.<br />

Mario Mirabella<br />

Allievo di Francesco Lo Jacono, nacque nel 1870. La sua pittura si colloca nel solco del<br />

maestro. Fu autore di paesaggi, raffigurando in particolare la natura siciliana, il mare, le<br />

vedute e gli angoli più suggestivi di Palermo. Nel 1894 prese parte alla Promotrice di Belle Arti<br />

con Studio dal vero e Golfo di Napoli. I suoi dipinti, che non si discostarono mai dagli schemi<br />

del linguaggio illustrativo paesaggistico, si trovano in collezioni pubbliche e private soprattutto<br />

palermitane.<br />

Due suoi olii su tela, Golfo di Palermo da Romagnolo e Autunno, sono esposti nel piano nobile<br />

di Palazzo Comitini. Morì nel 193 I. l'attività pittorica fu proseguita dai suoi figli, Sabati no,<br />

nato a Taormina il 26 settembre 1902 e morto il 19 giugno 1972, e Raimondo. Il primo si<br />

distaccò in parte dallo stile del padre, dedicandosi a ritratti, figure e nature morte. Espose a<br />

Venezia dal '42 al '47, e poi a Palermo, al Circolo della Stampa, alla Galleria Sarno e a quella<br />

del Banco di Sicilia. Raimondo lavorò ed espose negli Usa.<br />

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