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Bollettino Roncioniano - PO-Net Rete Civica di Prato

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10 Maria Teresa Ciampolini<br />

era stato contrapposto a Mazzoni, rappresentante dei democratici. Perché<br />

Bartolini, autorevole portavoce <strong>di</strong> quella parte liberale, riformista sì, ma<br />

lontana da voler minare il principio <strong>di</strong> autorità sul quale la società poggiava,<br />

perché, dunque, Bartolini, acconsente, anzi si prefigge, <strong>di</strong> appoggiare<br />

un can<strong>di</strong>dato della corrente avversa? Forse perché Mazzoni non allenta<br />

mai i contatti coi moderati, cercando <strong>di</strong> attirarli nel suo alveo? O<br />

forse perché laristretta cerchia che prima si <strong>di</strong>ceva, serrava le file, intorno<br />

a quegli uomini, che dal salotto <strong>di</strong> casa Benini, avevano dato forma alle<br />

idee <strong>di</strong> in<strong>di</strong>pendenza e <strong>di</strong> libertà, dandosi anche reciproco sostegno nell’affermazione<br />

professionale.<br />

Certamente Bartolini fu un liberale: sospettato <strong>di</strong> attività cospirativa<br />

negli anni ’30, come si ricava da alcune lettere al cognato Benini, 12 sarà<br />

tra i docenti del battaglione universitario, nel ’48; eppure, poco prima<br />

che la ventata rivoluzionaria lo facesse sospendere dal proprio incarico,<br />

nel quale sarà reintegrato poi allo spegnersi dell’episo<strong>di</strong>o repubblicano,<br />

come avvenne a tutti i docenti non <strong>di</strong> fede democratica, egli avvertirà,<br />

l’insofferenza che verso <strong>di</strong> lui, <strong>di</strong>pendente regio, si stava maturando anche<br />

nella sua città d’origine. Scrive da Pisa a Francesco Franceschini (exstudente<br />

con lui all’Ateneo) il 16 settembre 1848:<br />

Egli è assai <strong>di</strong>fficile che io venga a <strong>Prato</strong> per trattenermi, per mia <strong>di</strong>sgrazia<br />

non so apprezzare colla necessaria convenienza o giustezza i molti meriti intrinseci<br />

<strong>di</strong> codesta città,emitrovo fuori dal mio elemento. D’altra parte nella qualità<br />

<strong>di</strong> pubblico impiegato dello Stato (poco conta che il pubblico impiego sia quello<br />

<strong>di</strong> Professore nella Università <strong>di</strong>Pisa, o <strong>di</strong> bidello o <strong>di</strong> birro), io so che non posso<br />

né devo essere gra<strong>di</strong>to, che anzi <strong>di</strong>rò <strong>di</strong>più non tollerato. So che taluni miei<br />

‘amici’ si sono sbracciati a tutt’uomo per fare avvertiti caritatevolmente coloro<br />

che non vi avevano posto mente <strong>di</strong> questa mia o<strong>di</strong>osa e riprovevole qualità; <strong>di</strong><br />

maniera che se A.B. era un uomo onesto temporibus illis non può nédeve esserlo<br />

ora dacché per il solo dato e fatto <strong>di</strong> essere professore della Università <strong>di</strong>Pisa,<br />

cioè impiegato e salariato regio, può edeve essere un birbante, un uomo venduto,<br />

coll’anima <strong>di</strong> schiavo. Che vuoi siamo in tempi così nuovi che le idee <strong>di</strong> noi<br />

vecchi barbogi non sono più idee; ti addormenti la sera colla coscienza <strong>di</strong> essere<br />

nel novero dei buoni liberali e ti desti alla mattina co<strong>di</strong>no, e co<strong>di</strong>no e impiegato<br />

regio, già sisa, sono prossimi; speriamo che i nostri bravi livornesi ed i loro generosi<br />

aderenti della Toscana, ridurranno le cose nel loro vero aspetto. 13<br />

12 Biblioteca Roncioniana, Mss. roncioniani, cod. 537 (S.II.12), c. 103 e seguenti.<br />

13 Biblioteca Roncioniana, Mss. roncioniani, cod. 996 (U.V.5), c. 24.

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