Bollettino Roncioniano - PO-Net Rete Civica di Prato
Bollettino Roncioniano - PO-Net Rete Civica di Prato
Bollettino Roncioniano - PO-Net Rete Civica di Prato
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
76 Vieri Favini<br />
Un risultato parziale, che fa della provincia <strong>di</strong> <strong>Prato</strong> la più piccola <strong>di</strong> tutto<br />
lo stato italiano.<br />
Il problema dell’identificazione <strong>di</strong> un territorio pratese ha ra<strong>di</strong>ci antiche:<br />
la storia <strong>di</strong> <strong>Prato</strong> è una storia relativamente recente, l’inse<strong>di</strong>amento<br />
urbano che si è lentamente formato, coagulandosi tra la pieve urbana <strong>di</strong><br />
Santo Stefano e il castrum comitale degli Alberti, si compie pienamente<br />
solo nel XII secolo e deve probabilmente la sua origine a ragioni <strong>di</strong> convenienza<br />
mercantile dovute alla favorevole posizione sullo sbocco della<br />
Val <strong>di</strong> Bisenzio e alla congiunzione <strong>di</strong> una variante della via bolognese<br />
con l’asse Firenze-Pistoia, la presenza <strong>di</strong> un’enorme mercatale potrebbe<br />
esserne una prova. In tali con<strong>di</strong>zioni si assiste ad un rapido sviluppo economico<br />
e demografico che porta nei due secoli successivi all’ampliamento<br />
<strong>di</strong> ben tre circuiti murari, solo la ben nota pestilenza del 1348, in analogia<br />
a ciò che avviene in altri centri urbani, ne determina un arresto. Alla<br />
fine del XIII secolo <strong>Prato</strong> si presenta come un florido centro manifatturiero,<br />
dotato <strong>di</strong> solide istituzioni comunali, gravitante nell’orbita <strong>di</strong> Firenze<br />
da cui conserva, almeno nominalmente, piena autonomia. Il territorio<br />
del comune <strong>di</strong> allora, a cavallo delle <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Pistoia, <strong>di</strong> cui <strong>Prato</strong><br />
fa parte, e <strong>di</strong> Firenze, coincide quasi perfettamente con quello degli attuali<br />
comuni <strong>di</strong> <strong>Prato</strong> e <strong>di</strong> Vaiano ed ere<strong>di</strong>ta la sua estensione dal territorio<br />
della contea degli Alberti formatasi a spese del dominio del vescovo <strong>di</strong><br />
Pistoia. Questa piccola porzione <strong>di</strong> territorio verrà sempre identificata in<br />
seguito come il contado del comune <strong>di</strong> <strong>Prato</strong> né siverificheranno, negli<br />
anni che seguirono, ad<strong>di</strong>zioni o mo<strong>di</strong>fiche sostanziali. Nella seconda<br />
metà del secolo XII si assiste al graduale affermarsi della supremazia da<br />
parte <strong>di</strong> una nuova classe <strong>di</strong>rigente <strong>di</strong> estrazione mercantile che non<br />
mancò <strong>di</strong><strong>di</strong>sporre atti e regolamenti che portarono all’acquisizione delle<br />
corti del contado a favore del nuovo comune <strong>di</strong> <strong>Prato</strong> 1 a spese degli Alberti,<br />
che alla fine del secolo, cedettero ad<strong>di</strong>rittura i propri <strong>di</strong>ritti sulla<br />
città all’imperatore 2 . Pur con l’ipoteca della casa sveva, si era venuto così<br />
a formare alla fine del secolo XII un <strong>di</strong>stretto territoriale spettante al controllo<br />
del comune <strong>di</strong> <strong>Prato</strong> che, come si è visto, è rimasto, pressochè inalterato,<br />
fino ai giorni nostri. Fu, infatti, la vocazione prettamente manifatturiera<br />
e mercantile della classe <strong>di</strong>rigente del comune <strong>di</strong> <strong>Prato</strong> e la vicinanza<br />
a est eaovest con la potenza fiorentina in pieno ampliamento territoriale<br />
a contenere le mire espansionistiche del comune <strong>di</strong> <strong>Prato</strong> che,<br />
1 E. Fiumi, Demografia, movimento urbanistico e classi sociali in <strong>Prato</strong> dall’età comunale ai tempi<br />
moderni, Firenze 1968, p. 17.<br />
2 Ivi, p.20.