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Bollettino Roncioniano - PO-Net Rete Civica di Prato

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88 Eventi e notizie<br />

Come il suo titolo chiaramente<br />

suggeriva, il convegno, che<br />

ha occupato l’intera giornata <strong>di</strong><br />

domenica, ha mirato principalmente<br />

a porre in risalto i rapporti<br />

intercorrenti tra la ban<strong>di</strong>era e altri<br />

due oggetti simbolici per certi<br />

versi analoghi, lo stemma eilsigillo,<br />

prendendo in esame soprattutto<br />

l’area toscana. Nel Me<strong>di</strong>oevo la<br />

connessione tra ban<strong>di</strong>era e stemma<br />

è pressoché totale, racchiusa nel<br />

termine ambivalente insegna, utilizzato<br />

per in<strong>di</strong>care in<strong>di</strong>stintamente<br />

sia l’una che l’altro. La conferenza<br />

<strong>di</strong> Alessandro Savorelli, de<strong>di</strong>cata<br />

a Stemmi e ban<strong>di</strong>ere <strong>di</strong> <strong>Prato</strong> e<br />

che ha aperto i lavori, ha messo in<br />

luce proprio questo aspetto, nel ripercorrere<br />

la storia dei simboli civici<br />

della città ospite: a partire naturalmente<br />

dalla miniatura del celeberrimo<br />

cavaliere portante l’insegna<br />

<strong>di</strong> <strong>Prato</strong> (un campo rosso<br />

seminato <strong>di</strong> gigli d’oro) sullo scudo,<br />

sulla banderuola e sulla gualdrappa<br />

del cavallo, miniatura che<br />

compare nei Regia Carmina, panegirico<br />

<strong>di</strong> Roberto d’Angiò attribuito<br />

a Convenevole da <strong>Prato</strong>.<br />

Proseguendo sulla stessa strada e<br />

rimanendo nella medesima area<br />

geografica, Vieri Favini ha completato<br />

il <strong>di</strong>scorso rivolgendo la sua attenzione all’analisi <strong>di</strong> Sigilli e stemmi del territorio<br />

pratese, sottolineandone la varietà iconografica, la scarsità dei reperti e in taluni<br />

casi le incongruenze e le contrad<strong>di</strong>zioni nella documentazione, propri, del<br />

resto <strong>di</strong> gran parte dell’aral<strong>di</strong>ca pubblica italiana, specialmente moderna.<br />

Un secondo gruppo <strong>di</strong> conferenze ha riguardato altri interessanti aspetti dell’uso<br />

pubblico e privato <strong>di</strong> ban<strong>di</strong>ere in ambiente citta<strong>di</strong>no, nel Me<strong>di</strong>oevo e nell’epoca<br />

imme<strong>di</strong>atamente successiva. Vanessa Gabelli ha così illustrato i Vessilli<br />

delle Arti fiorentine, oggetto <strong>di</strong> una sua recente tesi <strong>di</strong> laurea, mettendo in luce<br />

l’antichità, e specificità dei simboli delle corporazioni fiorentine, che derivano (a<br />

<strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> altri casi italiani ed europei) proprio da usi vessillologici. Alfredo<br />

Betocchi ha parlato delle Ban<strong>di</strong>ere degli Uffici e delle Magistrature <strong>di</strong> Firenze nella<br />

prima metà del sec. XVI, un insieme organico <strong>di</strong> simboli che per quantità trova<br />

pochi riscontro nell’Europa del tempo. Roberto Breschi, presidente del Centro<br />

italiano stu<strong>di</strong> vessillologici, ha poi tracciato un quadro delle insegne <strong>di</strong> Lucca, in<br />

particolar modo quelle dei terzieri citta<strong>di</strong>ni e delle compagnie del ‘Popolo’, risalenti<br />

ai secoli XIII-XIV.

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