Bollettino Roncioniano - PO-Net Rete Civica di Prato
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28 Corrado Vivanti<br />
mato gli umanisti: nella riflessione machiavelliana l’uomo <strong>di</strong>venta artefice<br />
<strong>di</strong> se stesso e ad<strong>di</strong>rittura - afferma Dotti (p. 440) - prelude alla visione<br />
marxistica per cui «l’autocreazione dell’uomo attraverso il proprio lavoro<br />
<strong>di</strong>viene non solo il fondamento dell’attività sociale, ma dello sviluppo<br />
stesso della società».Ilrapporto fra l’uomo e la società èvisto del tutto laicizzato,<br />
«svincolato da ogni presunta trascendenza».<br />
Senza dubbio, da questa laicizzazione della politica <strong>di</strong>scende anche il<br />
giu<strong>di</strong>zio che Machiavelli dà della religione e del cristianesimo. Come è<br />
noto, nell’in<strong>di</strong>care nella religione un legame prezioso per le società umane,<br />
Machiavelli dà ungiu<strong>di</strong>zio negativo della Chiesa, per quel che riguarda<br />
la vita italiana, e per quel che riguarda il mondo in cui vive, della «religione<br />
nostra» e della «educazione nostra». Su questi temi, però, Dotti<br />
sceglie <strong>di</strong> non soffermarsi, preferendo mettere in luce come la «redenzione»<br />
degli uomini o <strong>di</strong> un paese come l’Italia non abbia nulla che possa<br />
evocare una salvezza ultraterrena, ma avvenga «esclusivamente attraverso<br />
la coercizione dello Stato». In Machiavelli non vi è traccia, nemmeno<br />
implicita, <strong>di</strong> peccato originale, e quando leggiamo nei Discorsi (I. 3): «è<br />
necessario a chi <strong>di</strong>spone una republica ed or<strong>di</strong>na leggi in quella, presupporre<br />
tutti gli uomini rei», non dobbiamo certo pensare a un monito che<br />
implichi una condanna <strong>di</strong>vina: si tratta <strong>di</strong> un’ipotesi <strong>di</strong> lavoro offerta al legislatore;<br />
più oltre (III. 30) gli consiglierà, se vuole far valere i suoi or<strong>di</strong>namenti,<br />
<strong>di</strong> leggere la Bibbia «sensatamente»: vi troverà l’esempio <strong>di</strong> Mosè,<br />
costretto «ad ammazzare infiniti uomini» affinché «le sue leggi eisuoi<br />
or<strong>di</strong>ni andassero avanti». L’organizzazione legislativa è «il presupposto<br />
perché lealte qualità del popolo possano realizzarsi in maniera davvero<br />
positiva. Reprimere le pulsioni egoistiche dell’uomo, sempre <strong>di</strong>sgregatrici<br />
della comune società; vigilare a che il singolo non <strong>di</strong>sponga <strong>di</strong> un potere<br />
personale eccessivo; fare in modo che i... contrasti sociali vengano...<br />
prevenuti o arginati; proteggere il comune desiderio <strong>di</strong> sicurezza personale<br />
e il mantenimento delle in<strong>di</strong>viduali proprietà» (p. 317): queste sono<br />
le basi <strong>di</strong> una «bene or<strong>di</strong>nata republica». E chi governa deve preoccuparsi<br />
che essa non solo si regga finché vive, ma «l’or<strong>di</strong>ni in modo che, morendo<br />
ancora, la si mantenga» (Discorsi, I.11).<br />
Machiavelli, come Copernico, nota Dotti (pp. 440-41), sovverte il<br />
mondo del Cinquecento, e contro entrambi si mobilita la Chiesa della<br />
Controriforma, che muove con «l’ostilità aggressiva e infamante» contro<br />
chi ad<strong>di</strong>ta quale incarnazione del <strong>di</strong>avolo, e poi con la manovra «più raffinata,<br />
ipocritamente sottile e infine vincente» <strong>di</strong> assorbire la sua politica<br />
nel conservatorismo della ragion <strong>di</strong> Stato.<br />
Corrado Vivanti