Bollettino Roncioniano - PO-Net Rete Civica di Prato
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60 Sergio Nannicini<br />
teste. In fondo, anche l’irrequietu<strong>di</strong>ne che vibra nei santi laterali Domenico<br />
e Luca, Vincenzo Ferreri e Giovanni Battista, ritratti veri (forse gli<br />
ispiratori della stessa cappella e del grande coro), nasce da una ripetizione<br />
astraente. Sotto l’abito quasi maniacale della bellezza si coglie una realtà<br />
intellettuale, sicché tuve<strong>di</strong> rinascere un cristianesimo primitivo proprio<br />
dalla coscienza estrema dell’arte. Per questo il teatro aggiunto nel Settecento,<br />
almeno qui, dev’essere trascurato e gettato in<strong>di</strong>etro, mentre si<br />
contempla la pala.<br />
Il Coro cinquecentesco con gli stalli ei<strong>di</strong>pinti che formano galleria sulle pareti<br />
Il grande Coro, terminato nel 1564, finì per <strong>di</strong>ventare per Caterina<br />
de’ Ricci una delle immagini più tortuosamente care e insieme spiacenti,<br />
dovendo essa accettare spesso il rimprovero <strong>di</strong> scarsa ubbi<strong>di</strong>enza per non<br />
aver partecipato al canto dell’Ufficio. Ma gratissimo era poi il rifugio<br />
dentro lo stallo a lei assegnato, per non far vedere i patimenti che i segni<br />
delle piaghe <strong>di</strong> Cristo le procuravano soprattutto in alcune ore ed in alcuni<br />
giorni; del resto il padre <strong>di</strong> tutte loro, Fra Girolamo da Ferrara, martire<br />
e profeta del Dio imminente, la riprendeva <strong>di</strong> quelle <strong>di</strong>strazioni, apparendole<br />
spesso e insegnandole l’umiltà del non farsi scorgere e del riprendere<br />
la lettura interrotta da improvvisi rapimenti.<br />
Già alle prime luci della domenica <strong>di</strong> Resurrezione del 1542 Caterina<br />
entrò nella visione del suo sposalizio con l’Agnello mistico; ebbene,<br />
accanto a Maria madre <strong>di</strong> Gesù e alla Maddalena era presente<br />
Tommaso d’Aquino, ma anche “illustris vir ille Hieronymus Savonarola”,<br />
capo dei pre<strong>di</strong>catori né minore agli altri per santità. In un’altra apparizione,<br />
questa volta della Vergine in abito can<strong>di</strong>do (nel Natale<br />
1542), intervengono quattro santi, fra i quali lo stesso Gerolamo, definito<br />
con certezza <strong>di</strong> fede “martyr, che felicemente si commemora e si<br />
prega”. Reliquie del Savonarola, talvolta emananti un in<strong>di</strong>cibile ardore,<br />
portava al petto suor Caterina, anche quando essa tentava <strong>di</strong> nascondere<br />
il sangue <strong>di</strong> Cristo crocifisso; sicché potremmo <strong>di</strong>re che la congiunzione<br />
frequente tra il martirio del pre<strong>di</strong>catore e quello da lei rinnovato,<br />
in estasi affliggenti, del costato <strong>di</strong> Cristo, abbia voluto <strong>di</strong>mostrare ai più<br />
scettici la prosecuzione della interiorità domenicana in tempi così contrad<strong>di</strong>ttori<br />
per la chiesa <strong>di</strong> Dio, ed alle suore che la circondavano, che<br />
ne rimanevano scosse e pazientemente persuase, il privilegio imperterrito<br />
<strong>di</strong> possedere fra quelle mura i segni <strong>di</strong> un padre a cui si poteva<br />
sempre ricorrere.<br />
Per lunghi anni il coro fu per Caterina de’ Ricci il luogo dell’ubbi<strong>di</strong>enza<br />
e dell’umiltà, virtù che in cuor suo doveva ruminare; un’om-