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Bollettino Roncioniano - PO-Net Rete Civica di Prato

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38 Milvio Capovani<br />

per avere una rappresentazione della soluzione <strong>di</strong>pendente da un numero<br />

finito <strong>di</strong> parametri. Ciò sipuò ottenere in vari mo<strong>di</strong>: ad esempio determinando<br />

approssimazioni dei valori della funzione in un insieme finito <strong>di</strong><br />

punti, oppure esprimendo la funzione come combinazione lineare <strong>di</strong> un<br />

insieme finito <strong>di</strong> funzioni base opportunamente scelto e approssimando i<br />

valori dei coefficienti della combinazione lineare. In questo modo è possibile<br />

associare ad un problema continuo una successione <strong>di</strong> problemi <strong>di</strong>screti<br />

che generalmente consistono in sistemi <strong>di</strong> equazioni talvolta lineari<br />

o linearizzabili.<br />

Convergenza dei proce<strong>di</strong>menti iterativi. Molto spesso la quantità dacalcolare<br />

si ottiene con un processo al limite (successione, serie) me<strong>di</strong>ante<br />

meto<strong>di</strong> iterativi. In questo caso non basta <strong>di</strong>mostrare che il limite della<br />

successione esiste e rappresenta la soluzione, ma occorre valutare la velocità<br />

<strong>di</strong>convergenza. In questo modo è possibile stimare il numero <strong>di</strong> iterazioni<br />

sufficienti a raggiungere una assegnata precisione nel risultato, e a<br />

valutare quin<strong>di</strong> il costo computazionale.<br />

Complessità computazionale. Fino a poco tempo fa i matematici consideravano<br />

un problema risolto se esisteva un metodo per risolverlo, in<strong>di</strong>pendente<br />

dal tempo richiesto e dalla precisione. Con l’uso dei calcolatori<br />

è fondamentale trovare meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> risoluzione che siano computazionalmente<br />

efficienti: per uno stesso problema esistono <strong>di</strong>versi algoritmi <strong>di</strong> risoluzione,<br />

che possono impiegare un <strong>di</strong>verso numero <strong>di</strong> operazioni aritmetiche<br />

e quin<strong>di</strong> un <strong>di</strong>verso tempo <strong>di</strong> esecuzione. Il numero <strong>di</strong> operazioni<br />

impiegate influisce sul tempo <strong>di</strong> calcolo richiesto da un calcolatore<br />

è quin<strong>di</strong> importante in<strong>di</strong>viduare algoritmi che impieghino un basso numero<br />

<strong>di</strong> operazioni. Talvolta la <strong>di</strong>fferenza fra i costi computazionali <strong>di</strong><br />

due algoritmi è enorme. Dato un problema <strong>di</strong> calcolo, è naturale chiedersi<br />

qual è ilminimo numero <strong>di</strong> operazioni sufficienti a risolvere il problema<br />

(complessità intrinseca del problema). In rari, e generalmente poco<br />

significativi, casi è possibile dare risposta a questa domanda: si determinano<br />

limitazioni inferiori alla complessità sviluppando opportuni criteri, e<br />

limitazioni superiori in<strong>di</strong>viduando algoritmi <strong>di</strong> risoluzione. L’importanza<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> algoritmi <strong>di</strong> risoluzione veloci è particolarmente apprezzata<br />

in quei problemi del mondo reale in cui la soluzione deve essere necessariamente<br />

calcolata in tempi ridotti. Si pensi ad esempio al problema delle<br />

previsioni meteorologiche, dove il fenomeno del movimento <strong>di</strong> masse<br />

d’aria nella atmosfera viene modellizzato da equazioni alle derivate parziali<br />

in cui la funzione incognita <strong>di</strong>pende da almeno 4 variabili (3 coor<strong>di</strong>nate<br />

spaziali e il tempo).

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