Bollettino Roncioniano - PO-Net Rete Civica di Prato
Bollettino Roncioniano - PO-Net Rete Civica di Prato
Bollettino Roncioniano - PO-Net Rete Civica di Prato
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
92 Eventi e notizie<br />
(queste ultime arricchite e specializzate<br />
in settori <strong>di</strong>sciplinari moderni,<br />
non previsti dai vecchi piani<br />
<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o). Con questa opera <strong>di</strong><br />
rinnovamento l’Università pisana<br />
fu messa in grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogare coll’illuminismo<br />
riformatore toscano<br />
e con le acquisizioni della scienza<br />
europea.<br />
Pietro Del Negro (Università<br />
<strong>di</strong> Padova) ha <strong>di</strong>scusso, parlando<br />
de L’università italiana tra Sette e<br />
Ottocento: i modelli <strong>di</strong> riforma, le<br />
forme principali in cui si avviò<br />
nel ’700 la trasformazione delle<br />
Università − in Italia e in Europa<br />
− da «corpo» legato ai poteri locali<br />
(e contemporaneamente a vocazione<br />
«cosmopolita»), a vera e<br />
propria Università «<strong>di</strong> stato».<br />
Questo mutamento implicò l’erosione<br />
del potere dei tra<strong>di</strong>zionali<br />
corpi studenteschi, delle comunità<br />
urbane e del potere ecclesiastico.<br />
Anche l’antica «professionalizzazione»<br />
dell’Università cedette lentamente<br />
a un’idea più ampia degli<br />
stu<strong>di</strong> che faceva spazio al problema<br />
della ricerca scientifica. Questi<br />
processi furono <strong>di</strong>seguali e contrad<strong>di</strong>ttori<br />
e subirono naturalmente<br />
un’accelerazione, verso la politicizzazione<br />
e laicizzazione dell’Università,<br />
nel periodo seguito<br />
alla rivoluzione francese.<br />
Mario Rosa della Scuola Normale Superiore <strong>di</strong> Pisa è intervenuto su Università<br />
evita culturale nel Settecento, mostrando il <strong>di</strong>vario esistente <strong>di</strong> fatto, nonostante<br />
alcuni momenti <strong>di</strong> svolta, tra i luoghi del rinnovamento del pensiero scientifico<br />
ed umanistico e le correnti conservatrici all’interno dei corsi universitari;<br />
non tanto dunque le <strong>di</strong>scipline professate ex cathedra, insegnate sulla base <strong>di</strong> autori<br />
e testi tra<strong>di</strong>zionali da Aristotele in avanti, portavano nuova acqua al mulino della<br />
cultura, quanto l’attività delle numerose accademie scientifiche e letterarie fiorite<br />
nelle principali città europee dal Cinque al Settecento; ad esse si affiancavano i<br />
<strong>di</strong>battiti innovativi, talora <strong>di</strong>rompenti, suscitati sulle pagine dei perio<strong>di</strong>ci nati in<br />
gran numero a partire dai primi del Settecento. Un esempio fra tutti addotto da<br />
Rosa per illustrare questa situazione è riferito all’insegnamento della storia, che<br />
essendo materia soggetta alla censura <strong>di</strong> stato, molto tar<strong>di</strong>vamente comparve come<br />
materia <strong>di</strong> insegnamento nelle aule universitarie sia a Pisa che nelle più importanti<br />
università europee.